Ricordando Massimina Pesce, grande artista aquilana

Nessuno vorrebbe mai parlare di morte, soprattutto quando si tratta della scomparsa prematura di una figura femminile, colta e raffinata, come quella di Massimina Pesce, colpita a soli 47 anni da un incurabile e terribile male, che ieri pomeriggio l’ha portata via dall’affetto dei suoi cari e delle tante e persone che l’hanno conosciuta. Se […]

Nessuno vorrebbe mai parlare di morte, soprattutto quando si tratta della scomparsa prematura di una figura femminile, colta e raffinata, come quella di Massimina Pesce, colpita a soli 47 anni da un incurabile e terribile male, che ieri pomeriggio l’ha portata via dall’affetto dei suoi cari e delle tante e persone che l’hanno conosciuta. Se n’è andata in punta di piedi delicatamente come aveva sempre vissuto; la notizia è stata riportata dall’Assessore comunale, Stefania Pezzopane, che l’ha ricordata dicendo:” La perdita di Massimina segna in maniera indelebile la cultura aquilana”. Stimata ed apprezzata ceramista, insegnante, scultrice e pittrice, ha speso la sua vita al servizio dell’arte e della cultura, ponendo in primo piano l’interesse per la propria città che avendole dato molto, l’ha consacrata come “ Artista “ nella storia aquilana. La sua formazione artistico – culturale si sviluppa a Roma, arrivando ad esporre non solo in diversi Musei ed Istituzioni culturali italiane, ma anche europee ed extra, come Spagna e Canada. Guidata dal maestro Leoncillo, presso l’Istituto Statale d’Arte di Roma apprende le molteplici tecniche e declinazioni sull’uso della ceramica. Successivamente si specializza nell’utilizzo del colore e nella forgiatura della materia, elaborando un linguaggio del tutto personale. Ebbe grande tributo e riconoscimento per l’incessante lavoro realizzato nel corso di una brillante e felice carriera espositiva, iniziata negli anni 60 con le sue prime mostre personali e di gruppo, dense di successi ed importanti riconoscimenti di pubblico e critica. Dagli anni 70 in poi, avvia una profonda ricerca sulla strutturazione della materia, con un’ importante esposizione presso la galleria Consorti di Roma, partecipando anche al premio Michetti. In seguito realizza opere con suggestivi frammenti architettonici, denominati “ Fratture “. Dopo il sisma del 6 aprile 2009, mettere in mostra i rilievi dei più bei rosoni delle maggiori chiese aquilane assume per le, un toccante significato che sprigiona tangibili emozioni e, al contempo, la loro bellezza estetica. La maggior parte dei simboli della nostra città, Massimina, li rivisita e li inserisce in un suo contesto personale che irrompe quasi come un pensiero doloroso, urlato al mondo intero. Ha omaggiato la sua tanto amata città con la mostra “ Tracce di Memoria”, sculture e dipinti esposte presso il Museo Nazionale del Palazzo di Venezia, nella sala Altoviti a Roma; questa esposizione, unica nel suo genere sia per la ricerca dei suoi particolari e rari materiali, sia per il senso di desiderio verso l’ infinito che emana, è stata fortemente voluta anche nel Museo Vittoria Colonna, a Roma. Tra le sculture più rappresentative : Babele, Sogno Medioevale, Menhir e Presenze, realizzate prima del sisma. Massima Pesce oltre ad essere fortemente stimata in Italia e all’estero è stata altrettanto benvoluta nel suo Comune di residenza, per il costante impegno volto all’arricchimento artistico del territorio e per favorirne lo sviluppo socio-culturale e per sviluppare una continuità di forme e di linguaggio tra passato, presente e futuro. Ho ancora vivo il ricordo della cerimonia di donazione, al Comune di Scoppito, di un suo meraviglioso quadro, in cui dipinse, con tutta la sua bravura e sensibilità, la bandiera italiana con delle colombe bianche quale messaggio d’augurio per la rinascita dell’Aquila. Ricordo di averla conosciuta nel suo primo simposio, di cultura contemporanea intenta ad organizzare il suo atelier; mi parlo’ delle tante mostre e dei suoi progetti in cantiere, tra cui l’evento celestiniano che purtroppo, non potrà mai realizzare. Le sue opere resteranno un’illuminante esempio d’amore e di vitalità dell’arte, una finestra aperta sul mondo, per affrancare la mente ed aprire uno sguardo in quello spazio, profondo e nascosto, che alberga in ognuno di noi.

Maria Elena Marinucci