Il conflitto in Medioriente è entrato nel 632° giorno, con un’intensificazione dei raid aerei israeliani su Gaza City. La Striscia di Gaza continua a subire bombardamenti che non accennano a diminuire, alimentando la crisi umanitaria nella regione.
Da Gerusalemme, un alto esponente di Hamas, Mahmoud Mardawi, ha accusato il primo ministro Benjamin Netanyahu di porre “condizioni impossibili” che renderebbero vano ogni tentativo di negoziare un cessate il fuoco.
Dalla Repubblica Islamica, Teheran esprime “seri dubbi” sulla volontà di Israele di rispettare il cessate il fuoco entrato in vigore martedì, dopo dodici giorni di scontri diretti tra i due Paesi.
Sul fronte statunitense, Donald Trump ha ribadito che “L’Iran era vicino alla produzione della bomba atomica” e si è detto pronto a revocare le sanzioni finché Teheran manterrà una “politica pacifica”.
Intanto l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) segnala possibili riprese del programma nucleare iraniano. Il suo direttore, Rafael Grossi, ha avvertito che “L’Iran può arricchire di nuovo uranio tra qualche mese”.