La UGL Salute Abruzzo ha sollevato forti riserve sull’approvazione da parte del Ministero della Salute del piano di rientro dal disavanzo sanitario regionale, sottolineando che l’adozione esclusiva di misure di taglio rischia di gravare sui lavoratori e di ridurre l’accesso ai servizi per i cittadini. L’organizzazione prende atto della mancata decisione di commissariare le Asl abruzzesi, ma invita a non considerare una vittoria l’adozione di un programma che non chiarisce le ragioni dell’incremento del debito e non prevede indagini sulle cause strutturali della crisi.
“Pur prendendo atto che al momento è stato scongiurato il commissariamento delle Asl Abruzzesi, non possiamo considerare una buona notizia l’approvazione di un piano basato esclusivamente su tagli, che rischia di gravare ulteriormente sui lavoratori del comparto e, soprattutto, sull’accesso ai servizi da parte dei cittadini – afferma la UGL Salute Abruzzo -. Ad oggi, restano ancora oscuri i motivi del rapido e marcato aumento del debito sanitario regionale, e non risulta avviata alcuna verifica concreta che possa spiegare in modo trasparente le cause strutturali di questa voragine finanziaria.
Accettare il piano senza una reale riorganizzazione e senza potenziare i servizi sul territorio significa solo rimandare il problema e scaricarne il peso su chi ogni giorno lavora in prima linea per garantire la salute pubblica. Il rischio è che si continui a parlare di numeri, senza preoccuparsi della qualità e dell’accessibilità delle cure.”
In chiusura, il sindacato ribadisce la necessità che ogni provvedimento di rientro sia accompagnato da una strategia di rilancio e da investimenti nella rete territoriale, nel personale e nelle infrastrutture, “affinché non siano i cittadini a pagare, ancora una volta, il prezzo delle inefficienze”.