Donald Trump ha fatto dei meme basati su intelligenza artificiale uno strumento chiave della sua comunicazione politica, sfruttando l’ironia e la provocazione per consolidare il rapporto con il suo elettorato. Attraverso immagini costruite ad hoc, il presidente si trasforma in icona pop, sottolineando una linea narrativa che oscilla tra satira e messaggio propagandistico.
Di recente la Casa Bianca ha pubblicato un ritratto di Trump nei panni di Superman, corredato dalle parole “Verità”, “Giustizia” e “The American Way”. Sull’immagine campeggiava anche la didascalia “Il simbolo della speranza”, presentando il comandante in capo come un eroe moderno capace di incarnare i valori nazionali.
A pochi giorni dall’inizio del conclave convocato per eleggere il successore di Papa Francesco, scomparso il 21 aprile, gli account ufficiali hanno rilanciato un’altra creazione AI che ritrae Trump con abiti papali, mitra, crocifisso al collo e mano alzata in gesto di benedizione. L’operazione ironizza sulle stesse voci – da lui stesse alimentate – secondo cui “diventare Papa sarebbe la sua prima scelta”. L’immagine, condivisa anche su Truth Social, ha subito polarizzato l’opinione pubblica, fra applausi degli estimatori e critiche di chi vi legge un’ulteriore esibizione teatrale.
In occasione dello Star Wars Day del 4 maggio, la Casa Bianca ha diffuso un terzo fotomontaggio AI che vede Trump trasformato in un guerriero Jedi: mantello scuro, muscoli in vista e spada laser puntata verso lo spettatore, con sullo sfondo bandiere americane e aquile calve. A corredo, una didascalia pungente: “Buon 4 maggio a tutti, compresi i folli della Sinistra Radicale che stanno lottando così duramente per riportare nella nostra Galassia i Signori dei Sith, gli Assassini, i Signori della Droga, i Prigionieri Pericolosi e i ben noti membri della gang MS-13. Non siete la Ribellione, siete l’Impero. May the 4th be with you”.
Un dettaglio – la spada laser di colore rosso, tipico dei Sith – ha poi scatenato il dibattito online. Per alcuni si tratterebbe di un semplice errore di grafica, per altri un “lapsus” capace di suscitare ulteriori reazioni o addirittura un’ulteriore mossa calcolata per mantenere alta l’attenzione mediatica.
Questi esempi non appaiono episodi isolati ma elementi di una strategia visiva coordinata. In un panorama dominato dai social network e dall’infodemia, un’immagine virale può veicolare un messaggio con efficacia superiore a un lungo discorso. Con l’IA a disposizione, la comunicazione politica si trasforma sempre più in un susseguirsi di simboli pronti a catturare l’immaginario collettivo. In questo contesto, Trump si conferma protagonista di uno spettacolo dove i confini fra realtà, satira e propaganda si fanno sempre più sfumati.