Ricostruzione, Pd L’Aquila: Biondi porti le criticità a Roma anziché rivolgere accuse all’opposizione

Il Partito democratico di L’Aquila contesta con forza le ultime dichiarazioni del sindaco Pierluigi Biondi in materia di ricostruzione. Secondo la nota dem, il primo cittadino “non risponde nel merito delle questioni sollevate” e si limita a una replica “rabbiosa” indirizzata al partito, usando impropriamente “i canali istituzionali del Comune” per difendersi da un dissenso […]

Il Partito democratico di L’Aquila contesta con forza le ultime dichiarazioni del sindaco Pierluigi Biondi in materia di ricostruzione. Secondo la nota dem, il primo cittadino “non risponde nel merito delle questioni sollevate” e si limita a una replica “rabbiosa” indirizzata al partito, usando impropriamente “i canali istituzionali del Comune” per difendersi da un dissenso politico. Il Pd annuncia l’intenzione di segnalare l’accaduto al Prefetto, alla Commissione di Garanzia e persino alla Corte dei Conti, per valutare eventuali irregolarità nella condotta del dirigente comunale coinvolto.

Sotto accusa c’è innanzitutto un gap di 600 milioni di euro necessari per la tranche 2026 dei lavori post-sisma. Biondi avrebbe assicurato che tali risorse saranno “trovate” nella prossima Legge di Stabilità, ma il Pd ricorda che l’allarme sui ritardi era già stato lanciato dai sindaci un anno fa e critica la gestione dell’ultimo stanziamento: i 2,75 miliardi arrivati dal governo giallorosso di Giuseppe Conte, di cui – ricorda il partito – il sindaco beneficia ininterrottamente dal 2017, mentre il precedente pacchetto da quasi 6 miliardi era stato varato sotto il governo Renzi.

Il Pd sottolinea inoltre il cambio di atteggiamento politico di Biondi. Se ieri – durante l’amministrazione di centrosinistra – metteva in luce criticità e arrivava persino a uno sciopero della fame, oggi “non spende una parola contro il governo dell’amica Meloni, che finora non ha investito un solo euro per L’Aquila e il cratere”. Sempre sotto accusa il mancato utilizzo trasparente dei fondi del 4% per lo sviluppo socioeconomico del cratere, concepiti da una legge di origine Pd, e il silenzio sul fondo complementare al Pnrr, altra iniziativa dem.

Sul fronte dell’edilizia scolastica, il partito definisce “incomprensibile” il ritardo delle opere: a 16 anni dal terremoto “migliaia di bambine e bambini frequenteranno ancora moduli provvisori o strutture in muratura con indici di vulnerabilità sottosoglia”, nonostante promesse di soluzioni rapide nel 2017.

Infine, il Pd interpreta la reazione del sindaco come segnale di insofferenza verso il suo stesso partito. “Dopo aver assicurato di voler risolvere le criticità – si legge – è stato scavalcato dai parlamentari di Fratelli d’Italia, che hanno incontrato i sindaci senza di lui per predisporre emendamenti”. Un monito a evitare che la ricostruzione diventi terreno di scontro nella guerra per il controllo regionale del partito.