Il dibattito sulla partecipazione attiva dei lavoratori nella gestione delle imprese pubbliche locali si sta intensificando a seguito dell’approvazione di una proposta di legge promossa da FI-CISL. L’iniziativa mira a coinvolgere i dipendenti nei processi decisionali delle municipalizzate, con l’obiettivo di allineare più strettamente le strategie aziendali alle esigenze delle comunità servite.
Alla base della proposta c’è il richiamo all’articolo 46 della Costituzione, che riconosce ai lavoratori il diritto di partecipare alla gestione delle imprese. Secondo i promotori, l’attuazione di questo principio potrebbe rafforzare anche l’articolo 36 sulla giusta retribuzione, favorendo una gestione più equa e sostenibile.
Alcune realtà municipalizzate hanno già iniziato a sperimentare modelli di cogestione, inserendo rappresentanti dei lavoratori nei consigli di amministrazione. Tale soluzione è presentata come una forma di responsabilità condivisa che, lungi dal compromettere l’efficienza, offre un contributo significativo al processo decisionale.
Università e istituti di formazione sono chiamati a supportare questo percorso, predisponendo laboratori di partecipazione e programmi destinati a formare una nuova classe dirigente capace di tradurre la visione in azioni concrete e misurabili.
Secondo i sostenitori della riforma, il lavoro deve assumere il ruolo di prima politica industriale del Paese. Negli ultimi anni l’Italia ha registrato un aumento costante dei contratti a tempo indeterminato e un calo del tasso di disoccupazione, fenomeni attribuiti alle scelte del governo e alla governance del premier Meloni e del ministro Calderone. Questo trend positivo ha avuto riflessi sul gettito fiscale e sulla crescita del Pil.
Rimane tuttavia aperta la sfida di migliorare la produttività interna attraverso misure quali la detassazione degli aumenti contrattuali e dei premi di produttività, nonché il potenziamento del sostegno alle madri lavoratrici. In ambito formativo, Fondi per le Nuove Competenze e programmi di formazione continua dovrebbero essere rafforzati per generare valore aggiunto e sostenere l’innovazione.
L’obiettivo dichiarato è trasformare l’attuale impulso occupazionale in un motore di crescita sostenibile per il welfare nazionale e consolidare la leadership italiana a livello europeo. Come ha ricordato il ministro Calderone in occasione della presentazione del Rapporto Annuale dell’INPS: “è quella di trasformare il «più lavoro» in «più Italia», assicurando un futuro sostenibile per le nuove generazioni”.