Il conflitto in Medio Oriente è giunto al 649° giorno, segnato da sviluppi diplomatici e militari in Siria, Gaza e nel dossier nucleare con l’Iran.
Negli ultimi giorni il segretario di Stato statunitense Marco Rubio ha annunciato, tramite un messaggio su X, l’accordo su “una serie di misure specifiche” volte a gestire “l’orribile e preoccupante situazione in Siria”. Rubio ha precisato che Washington ha mantenuto contatti con “tutte le parti” coinvolte negli scontri tra le forze filo-governative di Damasco e la comunità drusa nel Sud del Paese.
Quei combattimenti hanno spinto l’aviazione israeliana a compiere raid sulla capitale siriana. L’agenzia di stampa Sana riferisce che i jet israeliani hanno preso di mira diverse zone di Damasco, incluso un palazzo presidenziale. In un video diffuso dal ministro della Difesa di Tel Aviv, Israel Katz, una conduttrice televisiva siriana viene sorpresa da un’improvvisa incursione aerea, mentre Katz avverte il regime di Assad: “Cominciati gli attacchi più duri”.
Parallelamente, Gaza registra un pesante bilancio umano: oltre 90 palestinesi uccisi e circa 250 feriti negli ultimi 24 ore sotto i raid israeliani, secondo il ministero della Sanità dell’enclave amministrata da Hamas. Tra le vittime, almeno 21 persone sono morte schiacciate dalla folla in un centro di distribuzione di aiuti umanitari.
Sul fronte diplomatico, fonti di Axios rivelano che Stati Uniti, Regno Unito, Francia e Germania hanno fissato alla fine di agosto la scadenza per finalizzare un’intesa sul nucleare con l’Iran. Se a quel termine non sarà siglato un accordo, il consorzio dei quattro paesi adotterà “sanzioni severe” contro Teheran.