Romania nomina il primo ministro di origine Rom in un Paese UE

Petre-Florin Manole, 41 anni, è il primo rappresentante della comunità Rom a entrare a far parte di un gabinetto ministeriale in un Paese dell’Unione Europea. Nominato ministro del Lavoro, della Famiglia, della Gioventù e delle Solidarietà Sociali nel governo guidato dal liberale Ilie Bolojan, Manole assume un incarico chiave in un’esecutivo di coalizione formato da […]

Petre-Florin Manole, 41 anni, è il primo rappresentante della comunità Rom a entrare a far parte di un gabinetto ministeriale in un Paese dell’Unione Europea. Nominato ministro del Lavoro, della Famiglia, della Gioventù e delle Solidarietà Sociali nel governo guidato dal liberale Ilie Bolojan, Manole assume un incarico chiave in un’esecutivo di coalizione formato da Partito Socialdemocratico (PSD), Partito Nazionale Liberale (PNL), Unione Salva Romania e UDMR.

Originario di Slobozia, nella regione di Muntenia, Manole è cresciuto in una famiglia di modeste condizioni: il padre operaio e la madre sarta. Durante gli studi, un’insegnante lo esortò a coltivare il suo talento ma aggiunse: “Peccato che tu sia Rom”. Ricordando quegli anni, Manole ha detto: “L’unica cosa a cui pensavo era studiare e sopravvivere alla discriminazione che ancora oggi colpisce l’etnia Rom”. Laureatosi in Storia all’Università di Bucarest, ha approfondito le vicende che dal XIV secolo hanno visto la popolazione Rom di Romania soggetta a servitù e persecuzioni, culminate nelle uccisioni di oltre 10.000 Rom durante il regime fascista alleato dei nazisti.

Prima di approdare in politica, Manole ha collaborato con organizzazioni non governative rom e con l’Istituto Nazionale per lo Studio dell’Olocausto Elie Wiesel. È entrato nel PSD e, dopo aver ricoperto incarichi di consigliere comunale e deputato dal 2016, è diventato segretario di Stato sotto il vicepremier Sorin Grindeanu.

La sua nomina avviene in un momento di particolare instabilità per la Romania: il governo Bolojan si trova ad affrontare un deficit pubblico al 9,3%, il più elevato dell’Ue, e ha varato misure come l’aumento dell’Iva e il congelamento delle pensioni per ristabilire i conti pubblici. Il dicastero guidato da Manole dovrà gestire una delle sfide più urgenti: la disoccupazione nella comunità Rom supera il 50%, mentre quella nazionale si attesta sul 5,7%.

Per affrontare l’emergenza lavoro, Manole ha proposto “un programma da 800 milioni di euro per migliorare l’accesso al lavoro in 2.000 comunità rurali, indipendentemente dall’etnia”. “Abbiamo bisogno di politiche pubbliche per incentivare l’apertura al mercato del lavoro”, ha aggiunto, puntando a incrementare i redditi delle famiglie, sostenere le imprese locali, aumentare le entrate fiscali e garantire pensioni dignitose.

La designazione è stata accolta con entusiasmo da esponenti della società civile e attivisti. “Si tratta del primo rom dichiarato che raggiunge una funzione estremamente importante”, ha affermato Ciprian Necula, sociologo Rom. Catalina Olteanu, del Consiglio Nazionale contro la Discriminazione, ha sottolineato: “Il fatto che Manole sia stato nominato è un passo importante per tutta la società, specialmente per la minoranza Rom. Ma è stato nominato per le sue competenze e capacità politiche, non perché sia Rom”. Olteanu ha però avvertito che eventuali difficoltà nel suo operato potrebbero essere attribuite strumentalmente alla sua etnia.

Consapevole delle aspettative che gravano sul suo ruolo, Manole ha raccontato: “Non ho iniziato a rendermi conto di cosa significasse la mia nomina finché non ho ricevuto congratulazioni da persone con cui avevo lavorato nelle ONG a favore del popolo Rom, o da sconosciuti che erano orgogliosi di ciò che avevo raggiunto”. Riferendosi agli ostacoli incontrati in passato, ha confessato: “Ciò che mi ha ferito di più durante la mia carriera politica è stato quando gli avversari nei dibattiti televisivi mi attaccavano alle spalle dopo essere rimasti senza argomenti; la loro ultima linea di attacco era la questione etnica, anche se non me l’hanno mai detta in faccia”.

L’ascesa di Manole a un incarico di così alto profilo rappresenta una novità per la Romania e per l’Unione Europea, dove finora solo in Macedonia del Nord era stata affidata a un esponente Rom una carica di rilievo, sebbene a carattere principalmente simbolico.