In Giappone si moltiplicano le iniziative che coinvolgono videogiocatori over 60, con l’obiettivo di favorire aggregazione e benessere cognitivo. Tra queste spicca l’attività di Care Esports, associazione che organizza un torneo multiplayer competitivo rivolto a partecipanti «non proprio di primissimo pelo».
L’edizione 2024 ha visto come protagonista Tekken 8, l’ultima incarnazione della storica saga picchiaduro, apprezzata fin dagli anni Ottanta grazie alla semplicità dei comandi e alla dinamicità dei combattimenti. Per molti concorrenti si è trattato di un ritorno alle origini, quando le sale giochi giapponesi ospitavano il primo episodio dedicato a Jin Kazama.
In un Paese dove la tecnologia è abbracciata a qualsiasi età, il torneo—ispirato più o meno fedelmente all’«Iron Fist Tournament» del franchise—è stato organizzato secondo criteri professionistici. Ogni partecipante aveva una scheda di presentazione con nome, cognome, età e personaggio scelto; i match sono stati trasmessi in live streaming su YouTube, corredati da interviste ai giocatori al termine di ogni incontro.
Al termine della competizione, la finale ha opposto due settantatreenni: Yoshie Murabe, nei panni di Panda, e Sadayuki Kato, che ha interpretato King. A spuntarla è stata Murabe, approfittando della tendenza dell’avversario a eseguire pattern di mosse articolati e ripetendo con successo il calcio basso, tecnica classica ma efficace.
L’esperimento conferma il crescente interesse per i videogiochi come strumento di stimolo mentale in età avanzata. Secondo uno studio condotto presso l’Università di San Francisco, l’utilizzo regolare dei joystick favorirebbe la memoria a breve e lungo termine e migliorerebbe l’attenzione selettiva. Inoltre, titoli come Tekken, con controlli intuitivi – ogni tasto corrisponde al movimento di un arto – sembrano particolarmente adatti a un’utenza matura.