Marsilio spinge Bruxelles a riformare gli aiuti alle imprese per tutelare lo stabilimento Stellantis di Atessa

Si è svolto a Pescara il tavolo regionale dedicato alla situazione di Stellantis in Abruzzo, con la partecipazione dei vertici del gruppo, di Confindustria, dei sindacati e della giunta regionale. Al centro del confronto l’andamento produttivo dello stabilimento di Atessa e le nuove sfide imposte dalla transizione verso i veicoli elettrici. Marco Marsilio ha sottolineato […]

Si è svolto a Pescara il tavolo regionale dedicato alla situazione di Stellantis in Abruzzo, con la partecipazione dei vertici del gruppo, di Confindustria, dei sindacati e della giunta regionale. Al centro del confronto l’andamento produttivo dello stabilimento di Atessa e le nuove sfide imposte dalla transizione verso i veicoli elettrici.

Marco Marsilio ha sottolineato “la crisi globale, che ovviamente preoccupa e purtroppo registra delle ripercussioni anche nell’insediamento produttivo di Atessa”, una fabbrica che fino a poco tempo fa aveva mantenuto “livelli produttivi elevati”. Il presidente della Regione ha definito “una follia” l’obbligo per le aziende di pagare sanzioni miliardarie se non raggiungono certi volumi di vendite di furgoni elettrici, e ha annunciato un’azione diplomatica coordinata con il governo nazionale. Il ministro Urso “proprio questa settimana sarà a Parigi e Berlino per parlare e incontrare i suoi omologhi… per modificare queste norme che considero autolesionistiche”.

Nel corso dell’incontro Marsilio ha chiesto a Stellantis di fornire “segnali concreti di volontà di investimento a lungo termine su Atessa e sull’Abruzzo in generale”. Tra le misure suggerite anche la protezione della filiera corta locale, a partire dalla crisi di Marelli a Sulmona, e il potenziamento del settore ricerca e sviluppo. È stata inoltre rilanciata l’idea di un “impianto di trasformazione, di riutilizzo e di riconversione dei veicoli usati” da insediare ad Atessa, nell’ottica dell’economia circolare.

L’assessore alle Attività Produttive, Tiziana Magnacca, ha ribadito la richiesta a Stellantis di rispettare gli impegni presi al tavolo Mimit con il ministro Urso, “in particolare… atti più concreti verso le aziende dell’indotto perché la produzione avvenga in Abruzzo e la prosecuzione verso quelle in sofferenza come la Marelli di Sulmona, senza dimenticare l’impegno a non delocalizzare la produzione e a spostare parte della ricerca e sviluppo sui large van ad Atessa, infine altri investimenti per ulteriori attività”. Magnacca ha richiamato la “neutralità tecnologica” auspicata dalla Regione e gli sforzi compiuti presso il tavolo delle regioni europee dell’automotive per adeguare le regole sugli aiuti alle imprese in transizione.

I vertici di Stellantis hanno confermato che l’attuale contesto europeo, caratterizzato da costi energetici elevati e da una domanda di veicoli elettrici ancora bassa, sta comprimendo i volumi produttivi. Hanno tuttavia ribadito “la centralità di Atessa definita cuore della produzione nel settore dei veicoli commerciali con i modelli Fiat Ducato, Peugeot Boxer, Citroën Jumper, Opel Movano e Toyota Proace”.

In seguito alle interpretazioni delle dichiarazioni di Jean-Philippe Imparato, Stellantis ha precisato che il riferimento allo stabilimento di Atessa è stato volutamente esemplificativo per richiamare l’urgenza di una revisione olistica della normativa sulle emissioni di CO₂. Come evidenziato dall’azienda, le stesse criticità sono state poste anche in altri siti produttivi europei, tra cui Hordain in Francia. Stellantis ha chiesto un intervento politico tempestivo non limitato a un singolo stabilimento o Paese, ma rivolto all’intero settore, per rivedere gli obiettivi di elettrificazione, contenere i costi dell’elettricità, potenziare le infrastrutture di ricarica e favorire il rinnovo di un parco circolante sempre più anziano.

L’azienda ha infine ricordato il ruolo strategico dello stabilimento di Atessa, attivo da oltre quarant’anni e responsabile della produzione di più di sette milioni di veicoli commerciali leggeri, l’85 % dei quali esportato in oltre 70 Paesi, confermando il proprio impegno in Abruzzo.