Un commerciante di 35 anni, Raffaele, è finora l’unico testimone a raccontare gli ultimi istanti di vita di Michele Noschese, noto come dj Godzi, deceduto a Ibiza dopo l’intervento della Guardia Civil. “Ho perso un fratello, Michele. L’ho visto andarsene via, ansimare ed esalare l’ultimo respiro”, afferma l’uomo, che si definisce anche “uno dei più cari amici” della vittima.
Secondo il suo racconto, la notte precedente il decesso era arrivato nell’appartamento di Noschese intorno all’una e vi aveva dormito fin verso le sei o le sette del mattino. Al risveglio, avrebbe assistito a una scena di tensione: urla provenienti dalla piscina condominiale avevano attirato l’attenzione di alcuni residenti, che avrebbero poi allertato la polizia locale.
Raffaele riferisce che poco dopo le 7:45 Michele gli aveva chiesto di andare a comprare del cibo per i gatti, in uno stato di apparente agitazione. Tornato in casa, non lo aveva trovato: il dj si era allontanato per un chiarimento con un anziano vicino di 81 anni, che avrebbe respinto le sue richieste. “Io di certo non l’ho visto”, precisa Raffaele, negando di aver visto addosso a Michele un coltello.
Sul posto sono intervenute in tutto cinque persone tra guardie giurate e agenti della Guardia Civil. Nel tentativo di sedare la presunta violenza — che la polizia sostiene sia avvenuta dopo la minaccia dell’anziano col coltello — gli agenti avrebbero colpito il 35enne con alcuni cazzotti, poi lo avrebbero ammanettato a mani e piedi. “Lo tenevano fermo… Gli agenti si sono girati e mi hanno visto, allora hanno gridato: ‘che fai qui? Fuori!’”, racconta Raffaele.
Secondo il testimone, pochi istanti dopo Michele avrebbe avvertito un malore: “L’ho visto tenuto dagli agenti, ho visto il suo ultimo respiro, si stava spegnendo”. L’ambulanza, giunta mentre il giovane già stava perdendo i sensi, avrebbe tentato la rianimazione per circa un quarto d’ora, tra urla di “Lo rianimiamo! Lo rianimiamo!”, senza però riuscire a riportarlo in vita.
Raffaele si dichiara pronto a comparire in tribunale: “Certo che testimonierò a un eventuale processo, in un’aula giudiziaria. Come devo ripeterlo? Ho perso un fratello”. Anche l’anziano vicino, che ha subito lividi e contusioni durante l’alterco, ha espresso la propria disponibilità a deporre.
In un’intervista rilasciata al Periodico de Ibiza, la figlia dell’uomo di 81 anni ha riferito che il padre “sta migliorando, ma ha ancora il corpo pieno di lividi poiché ha avuto una lunga colluttazione”. L’ha descritto “molto triste” per la morte del dj e in difficoltà a causa di un pacemaker. “Ha un trauma e non ricorda nemmeno che il dj avesse un coltello”, ha aggiunto, contestando almeno in parte la versione del coltello emersa nella ricostruzione ufficiale della Guardia Civil.
Secondo l’interpretazione data dagli agenti, Noschese avrebbe minacciato il vicino con un coltello prima di essere immobilizzato; in seguito sarebbe morto per arresto cardiocircolatorio in seguito a convulsioni. Le autorità spagnole continuano a indagare sull’accaduto per chiarire definitivamente dinamica e responsabilità.