Giuseppe Noschese, padre del dj napoletano Michele “dj Godzi”, ha chiesto che vengano chiarite al più presto le circostanze della morte del figlio, avvenuta sabato mattina a Ibiza. Intervenendo alla trasmissione “Morning News” venerdì 25 luglio, Noschese ha espresso piena fiducia nelle autorità spagnole, auspicando un’indagine rapida e trasparente sul decesso nella residenza di Santa Eulalia.
Secondo il padre del dj, l’autopsia è stata disposta d’ufficio “in maniera frettolosa” lunedì mattina, senza alcuna comunicazione preventiva alla famiglia o al consolato. Il giorno successivo, un perito inviato da Maiorca avrebbe suggerito di integrare le analisi con ulteriori esami, tra cui una risonanza magnetica e una tac total body effettuate nella notte. Al momento Noschese attende i referti completi.
Sull’eventualità che nel domicilio fossero presenti armi, come segnalato in un comunicato della Guardia Civil, il padre osserva: “Se la Guardia Civil li ha trovati, li avrà acquisiti, inquadrati e saranno fatti degli esami per analizzare le impronte digitali. Se questo non dovesse avvenire, sarei un po’ dubbioso sulla narrazione fatta dalla controparte”.
Quanto a un possibile stato di alterazione dovuto a stupefacenti, Noschese ricorda che Michele viveva a Ibiza da dodici anni ed era noto a livello internazionale per la sua carriera da dj. “Se io avessi avuto il minimo sentore che il ragazzo fosse andato un pochino oltre, io non sarei venuto qua a seguito del decesso, ma sarei venuto a prenderlo qua molti anni prima”, afferma. Al tempo stesso ammette di non poter escludere che il figlio possa aver assunto una pillola poco prima di morire.
Concludendo il suo intervento, Noschese ha ribadito il desiderio di fare piena luce sull’accaduto: “Il fatto che sia il padre di Michele non significa che io voglia responsabilizzare altri, voglio che emerga la verità. È successo quello che nessun padre vorrebbe che succeda, vorrei che fosse fatta chiarezza e giustizia per mio figlio. Non stiamo cercando degli assassini, stiamo cercando dei colpevoli. E colpevole potrebbe essere anche mio figlio”.