Una lunga vertenza sindacale in una delle maggiori fabbriche tedesche di carne per kebab sta mettendo in allerta ristoratori e consumatori di tutto il Paese. I lavoratori di Birtat Meat World SE, con sede a Murr, nel Sudovest della Germania, chiedono un aumento mensile di 375 euro e condizioni di lavoro più chiare. Secondo il sindacato Food, Beverages and Catering Union, «i metodi di pagamento non sono trasparenti» e i dipendenti ricevono paghe «molto diversi per lo stesso tipo di lavoro».
Da alcune settimane, gli operai interrompono periodicamente la linea produttiva con scioperi di avvertimento, abbandonando postazioni e macchinari. L’ultimo sciopero, avvenuto mercoledì 6 agosto, ha visto lavoratori sventolare bandiere e usare tamburi e fischietti davanti ai cancelli dell’impianto, nel tentativo di spingere l’azienda a sedersi al tavolo delle trattative per un contratto collettivo valido per tutti i dipendenti. Finora, Birtat non ha ceduto alle richieste salariali.
Da oltre trent’anni Birtat rifornisce migliaia di chioschi e locali di fast food in Germania, fornendo carne cruda mantenuta a temperature vicine allo zero e destinata al kebab, street food popolarissimo. L’azienda stessa dichiara di raggiungere oltre 13 milioni di consumatori ogni mese. Un’interruzione prolungata della produzione rischia quindi di far lievitare i prezzi del panino o, nel caso peggiore, di creare carenze di prodotto.
Il döner kebab – termine che deriva dal turco donmek, «girare», per il modo in cui la carne viene cotta allo spiedo – è diventato uno dei simboli culinari della Germania. Introdotto a Berlino negli anni Settanta da immigrati turchi, è venduto oggi in tutto il territorio, dal Mar Baltico alle Alpi bavaresi. La sua popolarità è cresciuta a tal punto che, sebbene due decenni fa costasse circa 2,50 euro, oggi si trova sul mercato per almeno 7 euro.