Il nuovo presidente turkmeno Serdar Berdymukhamedov ha ordinato lo spegnimento definitivo delle fiamme che, da oltre cinquant’anni, ardevano nel cratere di Derweze, noto come “Porta dell’inferno”. Situato nel cuore del deserto del Karakum, tra Ashgabat e Dashoguz, il cratere ha costituito una delle principali attrazioni del Paese sin dalla sua comparsa accidentale nel 1971.
L’origine del fenomeno risale a un tentativo sovietico di perforazione alla ricerca di petrolio. Il terreno crollò, liberando un vasto giacimento di gas naturale che i geologi accesero per ridurre il rischio ambientale e sanitario sulla popolazione seminomade circostante. Il risultato fu un’enorme voragine di 70 metri di diametro e 20 di profondità che brucia ininterrottamente da allora.
Col tempo la Porta dell’inferno è diventata meta di migliaia di visitatori, attratti dalle lingue di fuoco visibili a chilometri di distanza. Negli ultimi anni, però, l’intensità delle fiamme è diminuita drasticamente: due nuovi pozzi entrati in funzione nel dicembre 2024 hanno aumentato l’estrazione di gas, riducendo a un terzo l’ardore registrato nel 2013. I turisti, una volta contati fino a 10.000 all’evento del “bagliore del Karakum”, oggi si limitano a pochi curiosi nelle immediate vicinanze.
Il governo giustifica la scelta anche con ragioni economiche e ambientali. “Si stanno perdendo materie prime preziose. La loro esportazione potrebbe generare profitti significativi e contribuire al benessere della nostra popolazione”, ha dichiarato nel 2022 l’ex presidente Gurbanguly Berdymukhamedov, padre di Serdar. Senza dati ufficiali, le immagini satellitari mostrano come il Turkmenistan detenga il record mondiale di emissioni di metano, un gas serra rilasciato anche dalla Porta dell’inferno.
Le difficoltà tecniche nell’estinguere il cratere sono state illustrate da un esperto di Turkmengaz: “I giacimenti di idrocarburi del Karakum sono caratterizzati dalla presenza di un gran numero di strati sottili, intervallati da strati più densi contenenti acqua. La lunga combustione del cratere è spiegata dall’interazione di questi molteplici strati che rendono complicato controllarne il flusso”. Il progressivo esaurimento del gas, tuttavia, sembra avvicinare il momento della chiusura definitiva.
Con la scomparsa del suo principale richiamo turistico, il governo punta ora a valorizzare l’architettura monumentale della capitale. Ashgabat ospita il maggior numero di fontane in uno spazio pubblico, la ruota panoramica al coperto più alta del mondo e il più grande edificio stellare al mondo, sede della televisione nazionale. Un’offerta turistica alternativa pensata per colmare il vuoto lasciato dal cratere spento.