Samir Hulileh: profilo del candidato governatore di Gaza apprezzato all’unanimità

Samir Hulileh, manager e ex alto funzionario dell’Autorità Nazionale Palestinese, è stato individuato come possibile governatore della Striscia di Gaza con il placet di Israele, Stati Uniti e Lega Araba. Secondo il quotidiano israeliano Ynet, che cita fonti vicine al dossier e documenti depositati al Dipartimento di Giustizia Usa, dietro la designazione si sono mossi […]

Samir Hulileh, manager e ex alto funzionario dell’Autorità Nazionale Palestinese, è stato individuato come possibile governatore della Striscia di Gaza con il placet di Israele, Stati Uniti e Lega Araba. Secondo il quotidiano israeliano Ynet, che cita fonti vicine al dossier e documenti depositati al Dipartimento di Giustizia Usa, dietro la designazione si sono mossi attori diplomatici e lobbisti nelle ultime settimane, in vista della fase postbellica.

Al centro dell’operazione c’è il lobbista canadese-israeliano Ari Ben-Menashe, ex agente dell’intelligence israeliana coinvolto negli anni Ottanta nello scandalo Iran-Contra, ma poi assolto negli Stati Uniti. Ben-Menashe ha confermato il suo ruolo, affermando che il progetto, elaborato con alti funzionari statunitensi, prevederebbe una leadership gazaiana sotto l’egida della Lega Araba, in particolare dell’Egitto e dell’Arabia Saudita.

Hulileh, residente a Ramallah ed economista di formazione, ha ricoperto ruoli di vertice nell’Autorità Palestinese – tra cui segretario generale del governo guidato da Ahmed Qurei (2005-2006) e viceministro dell’Economia – e incarichi nella holding Padico. Fino a marzo ha presieduto il consiglio di amministrazione della Palestine Securities Exchange. È ritenuto vicino all’imprenditore palestinese-americano Bashar al-Masri, noto per i legami con l’amministrazione Trump.

Il manager ha delineato il proprio ruolo come «project manager» della ricostruzione di Gaza, con l’obiettivo di convogliare «dai 600 ai 1.000 camion di aiuti umanitari al giorno» e di istituire quattro-cinque valichi commerciali senza restrizioni. Tra le priorità vi sarebbero il ripristino di legge e ordine mediante un’autorità «né dell’Anp né di Hamas» e lo smantellamento degli arsenali residui di Hamas e della Jihad Islamica. Per la ricostruzione stima necessari 53 miliardi di dollari, da reperire soprattutto nei Paesi del Golfo, ma con un contributo significativo di Stati Uniti e Unione Europea.

Sul fronte politico, la nomina di Hulileh potrebbe incontrare il sostegno di Benjamin Netanyahu, che ha escluso un ritorno dell’Anp a Gaza e auspicato il coinvolgimento di forze arabe. Il primo ministro israeliano ha più volte sottolineato la necessità di disarmare Hamas come condizione preliminare a ogni soluzione postbellica. Al momento, tuttavia, l’Autorità Palestinese smentisce qualsiasi accordo sui nomi futuri e lo stesso Hulileh invita alla prudenza, ricordando che ogni decisione dipenderà innanzitutto dalla fine della guerra.