L’Aquila, per Biondi l’opposizione regionale è smemorata e disorientata nella questione della Polizia locale in Abruzzo

Il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, è intervenuto nel dibattito sulla riforma della polizia locale in Regione Abruzzo, accusando l’opposizione di «sempre più disordinata e confusa» e di dimenticare «le proprie inadempienze». Biondi ha rivendicato la paternità dell’emendamento che, secondo il primo cittadino, «ha posto rimedio a una legge pensata per pochi, lesiva dell’autonomia degli enti […]

Il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, è intervenuto nel dibattito sulla riforma della polizia locale in Regione Abruzzo, accusando l’opposizione di «sempre più disordinata e confusa» e di dimenticare «le proprie inadempienze».

Biondi ha rivendicato la paternità dell’emendamento che, secondo il primo cittadino, «ha posto rimedio a una legge pensata per pochi, lesiva dell’autonomia degli enti locali e in contrasto con la normativa sulla dirigenza pubblica». L’emendamento, ha spiegato, «prende spunto da una riflessione ampia interna all’associazione dei comuni abruzzesi già da prima che ne assumessi la guida, tanto è vero che nessun sindaco si è espresso contro la riforma».

Il sindaco ha quindi richiamato le critiche di alcuni esponenti di opposizione, tra cui Giovanni Cavallari (Abruzzo Insieme), Silvio Paolucci (Partito Democratico) e Pierpaolo Pietrucci (PD), oltre al Movimento 5 Stelle. Secondo Biondi, questi ultimi avevano definito «illegittimo» l’incarico conferito nel 2023 all’attuale comandante di Pescara, ritenendo necessario «il principio della rotazione nel conferimento degli incarichi dirigenziali e, ovviamente, anche delle posizioni organizzative che non devono assolutamente diventare una rendita di posizione o un diritto»: esattamente ciò che, per il sindaco, avrebbe comportato l’applicazione integrale della legge originaria.

Biondi ha infine sottolineato che, grazie al voto della maggioranza di centrodestra, l’Abruzzo «si è allineata alle norme nazionali sulla trasparenza, sull’anticorruzione, sull’autonomia della dirigenza pubblica e sulle prerogative che la caratterizza» e ha rilanciato «l’invito ad audire una delegazione dell’Anci Abruzzo che da anni chiede di essere ascoltata sul tema».