La vendemmia 2025 in Abruzzo prende il via con segnali positivi sul fronte qualitativo e sanitario delle uve e un aumento della produzione, ma resta viva l’incertezza sul mercato. Le cantine regionali registrano giacenze elevate, consumi interni stagnanti e un rallentamento delle esportazioni, fattori che hanno spinto la Regione a disporre un blocco temporaneo della produzione: una misura straordinaria destinata a riequilibrare domanda e offerta e a contenere le eccedenze.
A preoccupare il comparto è anche l’imminente applicazione di dazi statunitensi al 15% sulle esportazioni di vino italiano, che potrebbero incidere ulteriormente sui flussi verso il principale mercato d’oltreoceano. Su questo aspetto è intervenuto Angelo Radica, presidente dell’Associazione Nazionale Città del Vino, che raggruppa oltre 500 Comuni vitivinicoli. «Anche il settore enologico subirà i dazi al 15 per cento nelle esportazioni negli Stati Uniti, a meno che non si configuri l’opportunità di entrare a fare parte di un ventaglio di eccezioni. Sosteniamo lo sforzo che viene profuso per ottenere questo risultato», ha affermato Radica.
Il presidente dell’associazione ha sottolineato l’importanza di una strategia unitaria per affrontare la fase di rischio e incertezza: «Bisogna fare in modo che questo momento possa essere foriero di un nuovo slancio». Tra le proposte rivolte al governo, Radica indica misure volte a favorire il ricambio generazionale nelle aziende, la semplificazione amministrativa, aiuti al credito e sostegno ai consorzi per l’accesso ai mercati esteri. A queste si aggiungono sgravi per la concentrazione dell’offerta cooperativa, il potenziamento del fondo per le calamità naturali e la riduzione dei tempi di erogazione delle indennità assicurative.