L’innalzamento dei livelli marini dovuto allo scioglimento delle calotte polari pone un rischio grave per vaste aree costiere italiane. Uno studio recentemente pubblicato su Pnas stima che la scomparsa completa della calotta dell’Antartide occidentale potrebbe far crescere il livello medio globale del mare di oltre tre metri, con conseguenze particolarmente drammatiche nelle zone densamente popolate lungo le coste.
Una mappa interattiva elaborata da Climate Central evidenzia in rosso le aree che verrebbero sommerse da un innalzamento di tre metri. Tra le regioni più vulnerabili figurano Venezia e il Delta del Po, Ravenna, le coste tirreniche con Pisa, Livorno, Marina di Grosseto, Fiumicino, Ostia e il golfo di Gaeta, e tratti del litorale adriatico. Anche il Sud Italia risulterebbe esposto: il golfo di Manfredonia, Metaponto e la piana di Sibari potrebbero finire sotto acqua, così come il litorale tra Castel Volturno e Cuma, alcune aree del Cilento, e nei poli insulari Cagliari, Oristano, la costa sud-orientale della Sardegna e l’area metropolitana di Catania.
Il livello del mare ha già registrato diversi centimetri di aumento negli ultimi decenni, spinto dallo scioglimento dei ghiacciai, dalla fusione delle calotte e dall’espansione termica degli oceani, con una perdita annua di circa 370 miliardi di tonnellate di ghiaccio tra Groenlandia e Antartide. Un articolo comparso su Nature avverte che i ghiacci dell’Antartide occidentale sono prossimi al collasso e che, secondo i ricercatori dell’Università del Nuovo Galles del Sud, un riscaldamento di soli 2 °C potrebbe far innalzare il mare di 3,8 metri nei primi mille anni. Le piattaforme di ghiaccio potrebbero crollare in meno di due secoli, innescando un’accelerazione della fusione delle altre calotte. Gli scienziati avvertono che superare questo punto di non ritorno comporterebbe un innalzamento permanente dei mari, con impatti irreversibili su migrazioni interne, territorio, economia e patrimonio culturale. L’unica via per evitarlo è intervenire subito riducendo drasticamente le emissioni di gas serra.