Dal primo trimestre 2025 i Comuni assumeranno quasi interamente l’onere finanziario per l’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, a seguito delle modifiche introdotte dal Ministero dell’Interno. “Dal 2025 il peso delle spese per l’accoglienza ai minori non accompagnati sarà quasi totalmente a carico dei Comuni. Far fronte a queste spese che per i Comuni più grandi possono superare i100mila euro e per i piccoli i 20mila euro significherà per i cittadini meno servizi, meno cultura e meno manutenzioni”, avverte Angelo Radica, presidente di ALI Abruzzo.
Fino al 2022 le risorse del Fondo nazionale per l’accoglienza dei Minori Stranieri Non Accompagnati (MSNA) coprivano integralmente i costi rendicontati dalle amministrazioni. Con la circolare di novembre 2022, il contributo massimo era stato innalzato da 60 a 100 euro pro capite al giorno, ma già allora le spese effettive superavano questo tetto. Da giugno 2025, con la circolare 23156, le somme verranno distribuite “fino ad esaurimento delle risorse e in misura proporzionale alle richieste formulate”. Di conseguenza, dai prossimi mesi i Comuni riceveranno solo il 35% delle spese rendicontate, determinando per il 2023 un divario di circa 80 milioni di euro, per il 2024 di 110 milioni e per il solo primo trimestre del 2025 di 53 milioni.
“I tagli ai contributi del Fondo nazionale per l’accoglienza dei Minori Stranieri Non Accompagnati (MSNA) decisi dall’esecutivo Meloni compromettono la tenuta economica e organizzativa dei Comuni. In Abruzzo il Comune più penalizzato è quello dell’Aquila. Il fenomeno dei minori stranieri non accompagnati è impegnativo da gestire per i Comuni, richiede professionalità qualificate, interventi rapidi e un sistema di accoglienza capace di garantire i diritti dei minori, senza distinzione di origine. Non possiamo però pensare che tale responsabilità ricada quasi esclusivamente sugli enti locali”, prosegue Radica.
Secondo il presidente di ALI Abruzzo, “Dal 2023 si è registrato un forte aumento degli arrivi, in un quadro già aggravato dall’inflazione, dall’adeguamento dei contratti del personale sociale e dalla complessità organizzativa delle strutture”. I costi in eccesso rispetto al contributo statale devono oggi essere coperti dai bilanci locali, costringendo molte amministrazioni a tagliare servizi nei settori sociale, educativo e culturale, oltre che gli interventi di manutenzione.
L’associazione lancia un appello alle istituzioni: “Queste scelte mettono a rischio la sostenibilità dei servizi e costringono i Comuni a coprire con fondi propri spese che dovrebbero essere garantite dallo Stato. La conseguenza sarà quella di dover reperire queste risorse tagliando altri servizi ai cittadini, come quelli nei settori sociale, educativo, culturale, per le manutenzioni. In molti casi si rischia di provocare dissesti. Inoltre il drastico taglio del sostegno statale, non sostenibile dai Comuni, rischia di compromettere la qualità dell’accoglienza ed il rispetto degli obblighi normativi, di aumentare il conflitto sociale. Noi di ALI garantiamo che i Comuni continueranno a fare la propria parte, ma riteniamo necessario che lo Stato si assuma pienamente le proprie responsabilità. Chiediamo ad ANCI regionale di unirsi alle nostre richieste e di farsi portavoce insieme a noi di queste istanze presso il governo e i ministeri competenti. Non possiamo permettere che i tagli mettano a rischio il futuro dei minori e la tenuta dei bilanci comunali. Servono risorse adeguate, stabili e giuste per un’accoglienza realmente inclusiva e sostenibile” conclude Radica.