Il conflitto in Medioriente è entrato nel suo giorno 696. Nei giorni scorsi il ministro della Sicurezza Nazionale israeliano Itamar Ben-Gvir ha presentato al governo un piano per fermare la Global Sumud Flotilla, prevedendo la detenzione prolungata di tutti gli attivisti arrestati. Parallelamente, l’amministrazione Trump ha sospeso quasi tutte le approvazioni dei visti per visitatori ai titolari di passaporto palestinese.
Il ministro degli Esteri israeliano Gideon Saar ha informato il suo omologo statunitense Marco Rubio che in Israele si sta valutando l’applicazione della sovranità sui territori della Cisgiordania, e che il governo sta preparando il terreno per tale iniziativa nei prossimi mesi. Sul fronte interno, il primo ministro Benyamin Netanyahu ha dichiarato: “Abbiamo deciso di battere Hamas, e l’esercito lo sta facendo”.
Secondo media locali, Abu Obeida, portavoce delle Brigate Qassam, l’ala militare di Hamas, è stato ucciso in un blitz mirato delle forze israeliane. Contemporaneamente, l’esercito ha dichiarato Gaza City “zona di guerra” e ha intensificato gli assalti.
Dopo i 63 palestinesi rimasti uccisi sabato, tra cui 35 a Gaza City, domenica altri 18 civili sono morti sotto i bombardamenti israeliani.