Hamas pronto a un’intesa internazionale con rilascio di tutti gli ostaggi; intelligence israeliana blocca un piano contro Ben Gvir

Il conflitto in Medioriente è entrato nel suo 698° giorno con un’apertura di Hamas verso una tregua globale. In un comunicato ufficiale, il movimento ha espresso la volontà di porre fine alle ostilità in cambio del rilascio di tutti gli ostaggi. Tra le condizioni avanzate figurano la liberazione dei detenuti palestinesi, il ritiro completo delle […]

Il conflitto in Medioriente è entrato nel suo 698° giorno con un’apertura di Hamas verso una tregua globale. In un comunicato ufficiale, il movimento ha espresso la volontà di porre fine alle ostilità in cambio del rilascio di tutti gli ostaggi. Tra le condizioni avanzate figurano la liberazione dei detenuti palestinesi, il ritiro completo delle forze d’occupazione dalla Striscia di Gaza e l’apertura dei valichi di frontiera per garantire l’ingresso di beni di prima necessità.

Il governo israeliano ha respinto l’iniziativa definendola «l’ennesimo trucco». Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha inoltre denunciato minacce alla propria incolumità e a quella familiare: «Ogni giorno minacciano di uccidermi, me e la mia famiglia», ha dichiarato. Intanto i servizi di sicurezza israeliani annunciano di aver sventato «un attentato di Hamas contro il ministro Ben Gvir».

La «Giornata di disordini», indetta per chiedere la liberazione immediata degli ostaggi e la cessazione delle ostilità, ha visto manifestazioni fin dall’alba. A Gerusalemme alcuni manifestanti hanno dato alle fiamme cassonetti nei pressi della residenza di Netanyahu, segnalando un’intensificarsi della tensione interna.

Sul fronte marittimo, la missione della Global Sumud Flotilla ha subito un nuovo stop: cinque delle trenta imbarcazioni in partenza da Barcellona hanno fatto ritorno al porto a causa del maltempo, per la seconda volta in due giorni.

Infine, dalla Francia arriva un monito di Emmanuel Macron. Il presidente avverte Israele sul rischio di una «offensiva» o di «tentativi di annessione» di territori, sottolineando che tali azioni non impediranno la spinta internazionale per il riconoscimento di uno Stato palestinese.