Il conflitto in Medio Oriente entra nel suo 699° giorno sotto il segno di nuove rivelazioni sull’ampiezza delle detenzioni nella Striscia di Gaza. Secondo documenti riservati resi noti da The Guardian, soltanto un quarto dei prigionieri palestinesi mostra profili riconosciuti come combattenti dalle autorità di intelligence israeliane. La maggioranza dei reclusi, si legge, è costituita da civili «senza accusa né processo in carceri abusive».
L’esercito israeliano, intanto, avverte che la possibile presa di Gaza City non garantisce il collasso di Hamas né la resa del movimento. Dal canto suo, il gruppo fondamentalista ha fatto sapere di essere pronto a discutere un’intesa globale per porre fine alle ostilità e ottenere la liberazione di tutti gli ostaggi. Tra le condizioni poste figurano il rilascio dei palestinesi detenuti, il ritiro completo delle forze di occupazione da tutta la Striscia e la riapertura dei valichi di frontiera «per l’ingresso di tutti i beni e le necessità della popolazione».
A margine di un incontro in Vaticano, il presidente israeliano Isaac Herzog ha assicurato al Papa che «Israele si impegna a garantire la sicurezza e il benessere delle comunità cristiane in Terra Santa».