La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha dedicato gran parte del suo discorso sullo Stato dell’Unione alla crisi di Gaza, definendola “inaccettabile” e denunciando il blocco delle decisioni all’interno dell’Unione. “Ciò che sta accadendo a Gaza è inaccettabile. Ma la situazione è bloccata senza una maggioranza. Dobbiamo superare questa situazione. Non possiamo permetterci di rimanere paralizzati”, ha dichiarato, annunciando misure nei confronti di Israele per esercitare pressione diplomatica e finanziaria.
Tra le proposte avanzate, von der Leyen ha annunciato la sospensione del sostegno bilaterale fino ad oggi erogato allo Stato israeliano, con l’interruzione di tutti i pagamenti nei settori individuati, “senza compromettere il nostro lavoro con la società civile israeliana o con Yad Vashem”. Nel pacchetto figurano anche nuove sanzioni contro “i ministri estremisti e contro i coloni violenti” e una “sospensione parziale dell’Accordo di Associazione sulle questioni commerciali”.
Per affrontare le conseguenze umanitarie del conflitto, la Commissione istituirà il mese prossimo un Gruppo di Donatori Palestinesi, comprensivo di uno strumento specifico per la ricostruzione di Gaza. L’iniziativa, ha spiegato von der Leyen, sarà “internazionale con partner regionali” e si baserà sullo slancio della Conferenza di New York organizzata da Francia e Arabia Saudita.
Nel capitolo relativo al sostegno all’Ucraina, la presidente ha anticipato l’erogazione di 6 miliardi di euro provenienti dal prestito G7 e ha proposto un’alleanza industriale per la produzione di droni: “L’Ucraina ha l’ingegnosità. Ciò di cui ha bisogno ora è la scala industriale. E insieme possiamo fornirgliela: affinché l’Ucraina mantenga il proprio vantaggio competitivo con la Russia e l’Europa rafforzi il proprio”.
Sulla mobilità elettrica, von der Leyen ha ribadito l’impegno a favore di una revisione delle norme in vista del 2035, puntando a un’“e-car, ecologica, economica, europea”. “Milioni di europei desiderano acquistare automobili europee a prezzi accessibili. Dovremmo quindi investire anche in veicoli piccoli e convenienti. Non possiamo lasciare che la Cina e altri conquistino questo mercato. In ogni caso, il futuro è elettrico. E l’Europa ne farà parte. Il futuro delle auto e le auto del futuro devono essere realizzati in Europa”, ha sostenuto.
Riguardo ai rapporti commerciali con gli Stati Uniti, la presidente ha difeso l’accordo in vigore come strumento di “stabilità fondamentale nelle nostre relazioni con gli Usa in un momento di grave insicurezza globale”. Ha indicato due priorità per l’autonomia europea: “raddoppiare gli sforzi in materia di diversificazione e partenariati” e intervenire “laddove altri si sono ritirati, come la ricerca”. Ricordando che “l’80% del nostro commercio è con Paesi diversi dagli Stati Uniti”, ha invitato a sfruttare nuove opportunità oltreoceano e oltre.
Sul fronte della difesa, von der Leyen ha promesso che “l’Europa difenderà ogni centimetro del suo territorio” e ha sollecitato un’accelerazione dei progetti comuni: al prossimo Consiglio europeo presenterà “una tabella di marcia chiara” per l’avvio di nuove iniziative, l’adozione di “obiettivi chiari per il 2030” e l’istituzione di un “semestre europeo della difesa”.
Infine, in tema di immigrazione, la responsabile della Commissione ha denunciato l’inefficacia delle attuali pratiche di rimpatrio: “Non possiamo permetterci una situazione in cui solo il 20% di coloro a cui non è consentito rimanere lascia effettivamente l’Europa. Dobbiamo quindi concordare rapidamente un Sistema europeo comune per i rimpatri. Non abbiamo più tempo da perdere. E dobbiamo anche garantire la piena attuazione del Patto sulla migrazione e l’asilo non appena entrerà in vigore”. Ha richiamato la necessità di un approccio rigoroso ma umano, sottolineando che “il traffico di esseri umani è un’attività orribile e criminale, e a nessun trafficante dovrebbe essere permesso di farla franca in Europa”, con sanzioni mirate per congelare beni, limitare movimenti e colpire i profitti dei responsabili.