Venerdì scorso il passaggio attraverso lo Stretto di Taiwan del “cacciatorpediniere statunitense Higgins e della fregata britannica Richmond” ha provocato la dura reazione di Pechino. In una nota, il colonnello Shi Yi, portavoce del Comando per il Teatro Orientale dell’esercito cinese, ha definito l’operazione una “provocazione” e ha annunciato che le forze armate nazionali hanno “organizzato forze navali e aeree per tracciare e monitorare il loro transito durante tutto il processo”.
Secondo il comunicato, azioni di questo tipo “mina la pace e la stabilità nello Stretto di Taiwan”. La Cina rivendica giurisdizione sulle acque che separano il continente dall’isola, considerata parte integrante del proprio territorio. Dal canto loro, Stati Uniti, Gran Bretagna e numerosi Paesi occidentali insistono sul carattere internazionale della via marittima, aperta al passaggio di qualsiasi nave in navigazione innocente o operazioni di sicurezza navale. Questo episodio si inserisce nella più ampia disputa sullo status politico e militare del tratto di mare, dove l’equilibrio tra libertà di navigazione e pressioni geopolitiche rimane particolarmente delicato.