Constance Marten, 37 anni, e il compagno 51enne Mark Gordon sono stati condannati a 14 anni di reclusione dal giudice Mark Lucraft presso la corte di Old Bailey a Londra. La coppia ha ricevuto il verdetto di colpevolezza per infanticidio colposo e negligenza grave, in relazione alla morte per stenti della loro figlia Victoria, una neonata di meno di tre mesi rinvenuta senza vita nei pressi di Brighton nel marzo 2023.
Le ricerche erano iniziate solo dopo una segnalazione tardiva della scomparsa della piccola, dando il via a un inseguimento di polizia durato due settimane. Al termine delle indagini emerse che la bambina era stata privata delle cure essenziali, accusando i genitori di non averle garantito né assistenza medica né alimentazione adeguata.
Durante l’udienza, caratterizzata da momenti di tensione e commozione, il giudice ha rimproverato gli imputati per aver tentato di scambiarsi bigliettini in aula, un gesto definito “irrispettosi” e sanzionato con il divieto di comunicazione fra le parti. Il rito si è svolto dopo un processo bis, resosi necessario in seguito al primo dibattimento conclusosi con una giuria divisa sui capi d’accusa principali. Nella precedente tornata, la giuria aveva comunque riconosciuto Marten e Gordon colpevoli di ostruzione alla giustizia e occultamento del parto e del cadavere.
Discendente da una famiglia con legami storici – ma non di sangue – con la Royal Family, Constance Marten aveva preso la parola in aula, negando tra le lacrime di aver mai voluto nuocere alla figlia o di averla abbandonata in modo intenzionale. Le sue dichiarazioni, tuttavia, non hanno chiarito i motivi della fuga né le ragioni dell’isolamento in cui la coppia visse prima del tragico epilogo.
Mark Gordon, di nazionalità britannico-americana, era già noto alle autorità per aver scontato vent’anni di carcere negli Stati Uniti per reati di violenza sessuale. La corte ha ritenuto provato anche il suo ruolo determinante nella scelta dello stile di vita nomade e nell’occultamento del corpo della neonata.