Una nuova giornata di mobilitazione ha attraversato la Francia in segno di protesta contro i tagli previsti dalla legge finanziaria 2026 e la riforma delle pensioni voluta dal governo guidato dal neo premier Sébastien Lecornu. Secondo gli organizzatori, “Siamo più di un milione in piazza”, mentre le forze dell’ordine hanno contato oltre 170 manifestazioni sul territorio nazionale con una partecipazione complessiva di più di 500.000 persone. Nel corso degli scontri sono stati fermati 181 manifestanti, 11 dei quali sono rimasti feriti, e segnalati 63 blocchi di strade o strutture.
A Parigi, teatro della più grande delle proteste, è stato indetto uno sciopero di metropolitane e autobus che ha determinato la chiusura di centinaia di negozi; banche e punti vendita di telefonia hanno rafforzato i controlli di sicurezza. Durante il corteo, alcuni manifestanti si sono scontrati con le forze dell’ordine, che hanno fatto ricorso ai lacrimogeni. L’escalation ha provocato almeno 26 feriti tra gendarmi e poliziotti, mentre gli scontri sono proseguiti in zona Place de la Nation. Situazioni di tensione si sono registrate anche a Marsiglia, Nantes e Lione, dove gruppi di manifestanti hanno tentato di bloccare il traffico.
Questa mobilitazione rappresenta la seconda protesta di rilevo in otto giorni, in un clima di crescente esasperazione per l’instabilità politica ed economica. Sophie Binet, segretaria generale della CGT, ha espresso forte critiche verso l’operato delle forze di polizia: “Ci sono manifestanti che sono stati gassati e aggrediti, nonostante siano pacifici”. E ha aggiunto: “La forza di polizia schierata oggi è senza precedenti: 80mila agenti. Durante la mobilitazione contro la riforma delle pensioni, erano tra i 10mila e i 15mila al giorno, quindi è senza precedenti. Perché un simile dispiegamento di forze? … Il ministro dell’Interno sta gettando benzina sul fuoco.”
Anche il settore dell’istruzione ha dato il suo contributo allo sciopero. Il ministero dell’Istruzione francese stima che il 17,06% degli insegnanti di ogni ordine e grado abbia aderito alla protesta, mentre il sindacato Snes-FSU parla di una partecipazione al 45% nelle scuole primarie e secondarie.