Nato avverte: Putin potrebbe annientare l’Europa in 100 ore e scatenare una terza guerra mondiale

La prospettiva di un’immediata crisi di sicurezza scuote nuovamente la Nato, chiamata a valutare la reale capacità di risposta di fronte a un’eventuale offensiva russa. A suscitare allarme è la simulazione delineata dal generale britannico Sir Richard Shirreff, già vicecomandante supremo alleato in Europa, secondo cui Mosca potrebbe mettere in ginocchio le difese continentali in […]

La prospettiva di un’immediata crisi di sicurezza scuote nuovamente la Nato, chiamata a valutare la reale capacità di risposta di fronte a un’eventuale offensiva russa. A suscitare allarme è la simulazione delineata dal generale britannico Sir Richard Shirreff, già vicecomandante supremo alleato in Europa, secondo cui Mosca potrebbe mettere in ginocchio le difese continentali in circa 100 ore.

Il quadro geopolitico resta teso: il conflitto ucraino si trascina in stallo, mentre il sostegno politico e militare di Cina e Iran a favore di Mosca si fa sempre più evidente. Sul terreno, violazioni dello spazio aereo e incursioni di droni lungo i confini della Nato vengono interpretate come test della reattività dei sistemi di difesa alleati. Le esercitazioni congiunte tra Russia e Bielorussia, in particolare, sono considerate un messaggio diretto all’Occidente.

Pur garantendo la totale protezione dei territori membri, il segretario generale dell’Alleanza, Mark Rutte, non nasconde le criticità sul fronte interno: “L’Alleanza è pronta a difendere ogni centimetro del territorio dei Paesi membri”, ha dichiarato, mentre analisti e rapporti internazionali segnalano ritardi significativi negli investimenti per l’acquisto di armamenti, carenze logistiche e difficoltà di coordinamento tra i vari eserciti europei.

Nel dettaglio, secondo Shirreff, un attacco improvviso potrebbe travolgere in poco più di quattro giorni le linee difensive in Europa orientale e nei Paesi baltici, provocando il rapido collasso delle prime barriere, il caos nei trasporti e nelle comunicazioni e un forte turbamento politico e psicologico. “È uno scenario estremo, ma non impossibile”, ha avvertito l’ex generale, rilanciando l’urgenza di potenziare al più presto la deterrenza.

Le falle non riguardano solo la componente convenzionale. L’International Institute for Strategic Studies ha messo in luce ritardi nella produzione di armamenti, criticità nella logistica e lacune di interoperabilità tra le forze nazionali. Negli Stati Uniti, pur confermando l’impegno in Europa, si ammette la carenza di piattaforme di intelligence, sorveglianza e ricognizione in grado di assicurare un allarme tempestivo.

Intanto, la Russia prosegue l’espansione della capacità produttiva militare, focalizzandosi su artiglieria, droni e missili a medio raggio. Secondo il comandante supremo della Nato in Europa, Christopher Cavoli, “Mosca dispone oggi di scorte di munizioni superiori a quelle combinate di Stati Uniti ed Europa”. Parallelamente, esperti avvertono che il Cremlino potrebbe privilegiare operazioni di natura ibrida — cyberattacchi, sabotaggi, disinformazione e azioni clandestine — per destabilizzare rapidamente il continente.

Non tutti gli osservatori condividono la tesi di una “guerra lampo” capace di travolgere l’Europa in meno di cinque giorni: ostacoli logistici e la possibile reazione coordinata dell’Alleanza sono ritenuti elementi in grado di rallentare un’offensiva su larga scala. Tuttavia, lo scenario proposto da Shirreff viene interpretato come un monito a non abbassare la guardia e a intensificare subito gli sforzi per colmare le lacune difensive, evitando che un errore di calcolo trascini il mondo verso un’escalation più ampia.