Nella notte tra il 23 e il 24 ottobre la Global Sumud Flotilla – una formazione di 51 imbarcazioni partite da diversi porti del Mediterraneo con l’obiettivo di portare cibo e medicinali a Gaza – è stata colpita in acque internazionali a sud di Creta da un’azione di disturbo condotta con quindici droni. Gli ordigni hanno disperso polveri urticanti, lanciato bombe sonore e diffuso gas irritanti, provocando danni a vele e rande di cinque natanti e generando panico tra equipaggi di Italia, Regno Unito e Polonia. Non si registrano feriti.
Maria Elena Delia, portavoce italiana a bordo dell’imbarcazione Morgana, ha lanciato l’allarme via social e informato la Farnesina: “È stato come un attacco ai tre Paesi, che mette a rischio la vita di chi è a bordo. Quanto sta accadendo è di una gravità senza precedenti perché avviene in acque internazionali, nella più totale illegalità”.
La reazione internazionale non si è fatta attendere. L’Onu ha annunciato l’apertura di un’inchiesta, mentre la Commissione Europea ha condannato “l’uso della forza”. Da Madrid il premier Pedro Sánchez ha annunciato che giovedì salperà da Cartagena una nave di scorta per proteggere la Flotilla. Sul fronte israeliano il ministro degli Esteri ha esortato su X gli organizzatori a sbarcare gli aiuti in porti di Paesi confinanti: “Se non si tratta di provocazione e di servire Hamas, siete liberi di scaricare qualsiasi aiuto in vostro possesso in qualsiasi porto di un Paese vicino, al di fuori di Israele, da cui possa essere trasferito pacificamente a Gaza”.
A Roma il governo italiano ha inviato in soccorso la fregata Fasan, già in navigazione sotto l’operazione Mare Sicuro, su ordine del ministro della Difesa Guido Crosetto, che ha espresso “la più dura condanna” per un gesto che “in democrazia anche le manifestazioni e le forme di protesta devono essere tutelate quando si svolgono nel rispetto delle norme del diritto internazionale e senza ricorso alla violenza”. Il premier Giorgia Meloni ha rivolto “un appello alla responsabilità di tutti, perché non si può rischiare l’incolumità delle persone per fare iniziative che sembrano prevalentemente fatte non per consegnare gli aiuti, ma per creare problemi al governo”, sostenendo che “non c’è bisogno di infilarsi in un teatro di guerra per consegnare degli aiuti a Gaza”.
Sul piano interno la vicenda ha acceso ulteriori tensioni. La Cgil minaccia “un nuovo sciopero generale” in caso di ulteriori azioni contro la Flotilla, mentre l’Usb annuncia che “lo stop per Gaza sarà senza preavviso, organizzeremo presidi permanenti in 100 piazze”. Il vicepremier Matteo Salvini ha definito “irresponsabili” tali intenzioni. Le opposizioni – Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra – hanno chiesto l’apertura urgente di un confronto in Parlamento, con alcuni deputati che hanno occupato l’emiciclo di Montecitorio per ottenere un’informativa ufficiale dell’esecutivo. “È evidente che ad attaccare la Flotilla è stato Israele”, ha affermato la segretaria del Pd Elly Schlein. Giuseppe Conte, leader del M5S, ha definito “senza parole” le dichiarazioni di Meloni e ha accusato il governo di essersi “allineato alle posizioni di Netanyahu”.
In diverse città italiane migliaia di manifestanti sono scesi in piazza in solidarietà con la Flotilla e con Gaza. A Torino circa 700 persone hanno bloccato la stazione di Porta Susa; sit-in si sono tenuti anche a Siena, Genova, Livorno, Milano e Pisa, dove dopo trenta minuti i manifestanti hanno lasciato liberi i binari della stazione di San Rossore.