Al 721° giorno del conflitto in Medio Oriente, il premier israeliano Benjamin Netanyahu è intervenuto all’Assemblea generale delle Nazioni Unite tra manifestazioni di dissenso e momenti di applausi. All’ingresso di Netanyhau, diverse delegazioni hanno abbandonato l’aula, mentre altre hanno accolto il suo arrivo con fischi e proteste. Durante il suo discorso, il leader israeliano ha esibito quella che ha definito la “mappa del terrore dell’Iran” e ha dichiarato: “A Gaza vogliamo finire presto il nostro lavoro”. Ha rigettato le accuse di genocidio e di uso della fame come arma contro la popolazione della Striscia, quindi ha rivolto un monito diretto a Hamas: “Rilasciate gli ostaggi e deponete le armi. Se lo farete vivrete altrimenti Israele vi darà la caccia”.
Nelle stesse ore, dalla Casa Bianca l’ex presidente statunitense Donald Trump ha affermato: “Siamo molto vicini a un accordo a Gaza che libererà gli ostaggi e porterà la pace”, aprendo così uno spiraglio sul possibile avvio di una tregua nella Striscia.
Sul fronte mediterraneo restano alte le tensioni intorno alla Flotilla di soccorso per Gaza. L’Usb ha avvertito il governo italiano guidato da Giorgia Meloni: “Se sarà attaccata noi siamo pronti a uno sciopero generale”. Gli attivisti imbarcati su cinquanta imbarcazioni hanno informato le autorità italiane di rifiutare qualsiasi deviazione degli aiuti verso Cipro. “Non ci saranno altre soste tecniche per le nostre 50 barche, continueremo diretti fino a Gaza. Siamo consapevoli delle minacce, ma ci rendono solo più uniti”, hanno dichiarato. Intanto la Farnesina ha rivolto ai volontari l’avviso “Sconsigliato proseguire”.