Voto parlamentare in Moldova: confronto ravvicinato tra filoeuropeisti e filorussi

Domenica 28 settembre i cittadini della Moldova sono chiamati alle urne per eleggere i 101 membri del Parlamento, in un voto considerato determinante per l’orientamento politico e geopolitico del Paese. Il confronto elettorale si è strutturato su linee nettamente contrapposte tra forze filo-europee e gruppi più vicini a Mosca. Al governo, il Partito Azione e […]

Domenica 28 settembre i cittadini della Moldova sono chiamati alle urne per eleggere i 101 membri del Parlamento, in un voto considerato determinante per l’orientamento politico e geopolitico del Paese. Il confronto elettorale si è strutturato su linee nettamente contrapposte tra forze filo-europee e gruppi più vicini a Mosca.

Al governo, il Partito Azione e Solidarietà (PAS), sostenuto dalla presidente Maia Sandu, ha puntato sul rilancio delle riforme istituzionali e sulla lotta alla corruzione. Di fronte a esso si schiera il Blocco Patriottico, guidato dagli ex presidenti Igor Dodon (socialista) e Vladimir Voronin (comunista), che auspica un avvicinamento più stretto alla Russia e attribuisce all’attuale esecutivo le responsabilità delle difficoltà economiche.

In campo vi sono anche il Blocco Alternativa, promosso dal sindaco di Chisinau Ion Ceban e dichiaratamente filo-europeo con un tono più moderato ma alcune figure controverse, e “Il Partito nostro” di Renato Usatii, con un programma di matrice antisistema e populista. Diversi candidati indipendenti cercano di intercettare il voto di protesta.

Secondo gli ultimi sondaggi, il PAS e il Blocco Patriottico si contenderebbero la prima posizione con percentuali vicine (24,9% e 24,7%). Il Blocco Alternativa si attesterebbe attorno al 7-8%, mentre “Il Partito nostro” raccoglierebbe il 5-6%. Altri rilevamenti collocano i due principali schieramenti al 34-36% tra gli elettori decisi, lasciando agli indecisi e all’affluenza un peso determinante sul risultato finale.

Un elemento nuovo di questa tornata riguarda il voto della diaspora, tradizionalmente orientata verso le forze filo-europee: per la prima volta i moldavi residenti in dieci Paesi potranno esprimere la propria preferenza per corrispondenza e all’estero sono stati allestiti oltre 300 seggi. Sullo sfondo rimangono i timori per le campagne di disinformazione attribuite alla Russia.

La Commissione Elettorale Centrale (CEC) ha inoltre negato l’autorizzazione a iData per condurre exit poll, citando incertezze sulle fonti di finanziamento e sui mezzi a disposizione per realizzare l’indagine. In mancanza di un vincitore in grado di ottenere la maggioranza assoluta, il PAS rischia di rimanere primo partito senza numeri sufficienti, mentre il Blocco Patriottico punta a sfruttare il malcontento sociale. In questo scenario i partiti minori e gli indipendenti potrebbero rivelarsi decisivi per la formazione della futura coalizione.