Ucraina: all’interno di uno stabilimento la produzione di droni destinati al fronte orientale

Da quando è scoppiata la guerra nel 2022, il ronzio dei droni è divenuto un monito di pericolo in Ucraina. A Kostjantynivka, ultimo baluardo non occupato dalle truppe russe nel Donbass orientale, la popolazione affronta quotidianamente palazzi sventrati e incursioni aeree ripetute. La troupe di Quarta Repubblica, guidata da una presenza locale, ha visitato un […]

Da quando è scoppiata la guerra nel 2022, il ronzio dei droni è divenuto un monito di pericolo in Ucraina. A Kostjantynivka, ultimo baluardo non occupato dalle truppe russe nel Donbass orientale, la popolazione affronta quotidianamente palazzi sventrati e incursioni aeree ripetute.

La troupe di Quarta Repubblica, guidata da una presenza locale, ha visitato un garage riconvertito in officina artigianale per la produzione di centinaia di droni capaci di trasportare ordigni leggeri. “Qui costruiamo i droni, poi li portiamo direttamente ai militari al fronte per vincere questa missione”, spiega uno degli addetti. Spinto da una domanda in costante crescita, il procedimento di assemblaggio si è affinato al punto da richiedere oggi appena “poche ore” per mettere in funzione un velivolo.

Sul mercato bellico ucraino, il basso prezzo delle bombe—alcune centinaia di euro—ha reso questi dispositivi un mezzo efficace anche contro i droni Shahed impiegati dalle forze russe. In prima linea sul fronte orientale, la brigata Kara-Dag utilizza modelli in grado di coprire fino a venti chilometri o di essere manovrati tramite cavi in fibra ottica. “In questo momento penso che è l’arma più potente, precisa e letale che abbiamo”, afferma un comandante dell’unità, aggiungendo che, pur con il minimo indispensabile di componentistica elettronica, “sono al 90% stampe 3D e molto potenti”.