Un’ampia coalizione internazionale di associazioni e volontari organizza a partire dal 31 agosto un convoglio marittimo verso la Striscia di Gaza, con l’obiettivo di consegnare aiuti umanitari e “rompere l’assedio che da 18 anni interessa la Striscia via mare, terra e aria, aprendo un corridoio umanitario per la popolazione civile allo stremo”. Battezzata Global Sumud Flotilla, l’iniziativa unisce Freedom Flotilla Coalition, Global Movement for Gaza e Maghreb Sumud Convoy in una mobilitazione non violenta lungo diverse rotte del Mediterraneo.
Decine di imbarcazioni – dalle barche a vela alle unità da turismo – salperanno da porti non ancora divulgati per ragioni di sicurezza. Alcune partiranno dalla Spagna, altre dalla Tunisia, per incontrarsi infine in Sicilia e navigare insieme in acque internazionali verso Gaza. La parola “sumud”, inserita nel nome della spedizione, è un termine palestinese che significa “perseveranza”.
Alla missione partecipano delegazioni di 44 Paesi. Tra i volti noti si contano l’attivista svedese Greta Thunberg, l’ex sindaca di Barcellona Ada Colau, l’attivista brasiliano Thiago Avila e Saif Abukeshek. Tutti erano già stati coinvolti nelle precedenti spedizioni e, in alcuni casi, arrestati dalle autorità israeliane.
In Italia il progetto ha raccolto quasi 300mila euro sotto il marchio “Salpiamo per Gaza”, destinati a spese operative, trasporto di materiale sanitario e alimentare, logistica e comunicazione. Una delegazione nazionale salperà da Genova il 31 agosto, mentre le barche saranno supportate sul piano logistico da organizzazioni locali. “A Genova, grazie anche al supporto di Music for Peace, sono state raccolte 80 tonnellate di aiuti in 5 giorni, qualcosa di incredibile”, ha spiegato Maria Elena Delia, portavoce della delegazione italiana di Global Movement to Gaza. Circa dieci tonnellate di farmaci e cibo, fra cui miele e nutrienti a rapido assorbimento, verranno caricate sulle imbarcazioni dirette a Gaza.
L’appello arriva mentre un’analisi dell’Integrated Food Security Phase Classification denuncia che mezzo milione di persone a Gaza si trovano in stato di “carestia”, con il rischio di un’estensione di questa situazione anche nei governatorati di Deir al-Balah e Khan Younis. FAO, UNICEF, WFP e OMS hanno sollecitato un cessate il fuoco immediato e un accesso umanitario senza ostacoli per prevenire ulteriori morti per fame e malnutrizione.