Assidal e Fater collaborano per diffondere salute e sicurezza in ambienti domestici e lavorativi

Assidal e Fater hanno rilanciato il loro impegno congiunto per diffondere una cultura della sicurezza centrata sulle persone, tanto negli spazi di lavoro quanto nella vita quotidiana. Al centro dell’iniziativa c’è il modello “People First” sviluppato da Fater Spa, realtà aderente al network di Assidal, che punta a integrare salute e benessere dei dipendenti nei […]

Assidal e Fater hanno rilanciato il loro impegno congiunto per diffondere una cultura della sicurezza centrata sulle persone, tanto negli spazi di lavoro quanto nella vita quotidiana. Al centro dell’iniziativa c’è il modello “People First” sviluppato da Fater Spa, realtà aderente al network di Assidal, che punta a integrare salute e benessere dei dipendenti nei valori aziendali. Grazie a questo approccio, già applicato con successo in una struttura di medie dimensioni, si mira a creare un sistema di prevenzione replicabile anche in realtà più piccole.

I temi della sicurezza sono stati il filo conduttore di un incontro ospitato nella sede di Spoltore di Fater. Vi hanno preso parte il presidente di Assidal, Giuseppe Ciarcelluto, il vicepresidente Marco Belfiglio, il general manager di Fater, Antonio Fazzari, e l’head of corporate Hs&E, Corrado Palestini. In occasione del meeting è stata consegnata anche l’ultima edizione di Assidal Informa, che dedica un ampio speciale proprio all’esperienza di Fater sulla prevenzione in azienda.

Per Assidal – presente con oltre 600 sedi sul territorio nazionale – la sicurezza non è un mero adempimento normativo, ma un processo culturale che deve coinvolgere l’intera comunità. Il modello promosso punta infatti a costruire misure concrete e condivise, superando la sola ottica della conformità alle leggi. In questa prospettiva, l’esempio di Fater dimostra come sia possibile ridurre infortuni e malattie professionali favorendo ambienti di lavoro più sani e partecipati.

“Ogni persona deve poter tornare a casa, tutti i giorni, sana e salva. Le buone prassi devono essere costruite attorno a questo principio fondamentale,” afferma Giuseppe Ciarcelluto. “Condividiamo con Fater ideali e prospettive. Per questo siamo promotori della loro esperienza sul campo, affinché possa essere d’esempio per tante altre realtà, contribuendo a diffondere una cultura della salute e sicurezza autentica, che parta fin dalle scuole e coinvolga ogni ambito della vita quotidiana.”

Marco Belfiglio aggiunge: “La sicurezza non deve essere vista come un mero adempimento formale, ma c’è la necessità di un cambio culturale profondo. Ecco perché è fondamentale lavorare insieme, associazioni e imprese, per costruire strategie sostenibili e modelli organizzativi che mettano davvero le persone al centro. Solo così potremo ridurre concretamente il numero di incidenti e malattie professionali e rendere i luoghi di vita e di lavoro più giusti e sicuri.”

Dal punto di vista di Fater, il general manager Antonio Fazzari sottolinea che “le persone sono al centro del nostro fare impresa e la loro sicurezza è un valore imprescindibile che va oltre il semplice rispetto delle regole. Proprio per questo, riteniamo fondamentale fare rete con associazioni come Assidal. Solo attraverso il confronto e la collaborazione possiamo dare il nostro contributo per costruire un mondo del lavoro più sicuro. La società cambia, il nostro modo di lavorare si trasforma e con essi devono evolvere anche le leggi e le regole che tutelano la sicurezza. Fater vuole essere parte attiva di questo processo, promuovendo una cultura della sicurezza che sia sempre più moderna, inclusiva e aderente alle sfide del presente e del futuro.”

Infine, Corrado Palestini, head of corporate HS&E di Fater, evidenzia che “la salute e la sicurezza sul lavoro non sono un risultato che si può ottenere dall’alto, ma un percorso che richiede la partecipazione di tutti. Il vero coinvolgimento dei lavoratori significa ascoltare le loro necessità, accogliere le segnalazioni, condividere esperienze e difficoltà. Solo così possiamo individuare insieme le misure preventive e protettive più adeguate, quelle che davvero funzionano nella pratica quotidiana. La sicurezza non è un obbligo burocratico, ma un valore comune: cresce quando ognuno si sente parte attiva e responsabile del proprio ambiente di lavoro.”