La nave Conscience è salpata una settimana fa dal porto di Otranto per unirsi a una nuova flottiglia composta da una decina di imbarcazioni dirette a Gaza. Secondo Riccardo Corradini, chirurgo e attivista italiano a bordo insieme ad altri cinque connazionali, la spedizione potrebbe trovarsi entro mercoledì nella cosiddetta “zona rossa” del Mediterraneo, dove è prevista un’intercettazione da parte delle autorità israeliane. Complessivamente, le imbarcazioni trasportano circa 250 persone tra medici, infermieri e giornalisti provenienti da diversi Paesi.
Parallelamente, l’agenzia di stampa statale giordana ha reso noto che Israele ha espulso 131 attivisti della flottiglia di Gaza verso la Giordania tramite il ponte di Allenby. Secondo il ministero degli Esteri di Amman, gli espulsi erano cittadini di Bahrein, Tunisia, Algeria, Oman, Kuwait, Libia, Pakistan, Turchia, Argentina, Australia, Brasile, Colombia, Repubblica Ceca, Giappone, Messico, Nuova Zelanda, Serbia, Sudafrica, Svizzera, Regno Unito, Stati Uniti e Uruguay.
In un caso separato, il governo israeliano ha deportato in Giordania 13 attivisti brasiliani, fra cui la deputata federale Luizianne Lins del Partito dei Lavoratori (Pt), facenti parte della flottiglia Global Sumud. Intercettata in acque internazionali, la nave trasportava aiuti umanitari verso la Striscia di Gaza. Stando al ministero degli Esteri brasiliano, i detenuti erano stati trattenuti per alcuni giorni nel centro penitenziario di Ketziot, nel deserto del Negev, prima di essere accompagnati al confine con un veicolo messo a disposizione dall’ambasciata brasiliana a Amman. L’operazione è frutto di trattative condotte dall’ambasciata stessa a Tel Aviv. Attualmente, gli attivisti si trovano in un hotel della capitale giordana in attesa del rientro in Brasile.