Macron conferma Lecornu alla guida del governo francese con l’impegno di chiudere la crisi

Il presidente francese Emmanuel Macron ha scelto di confermare Sebastien Lecornu alla guida del governo, ponendo fine a cinque giorni di intensa incertezza politica. La decisione, ufficializzata dall’Eliseo intorno alle 22 di venerdì, giunge esattamente al termine delle 48 ore che il Capo dello Stato si era concesso mercoledì per nominare un nuovo primo ministro. […]

Il presidente francese Emmanuel Macron ha scelto di confermare Sebastien Lecornu alla guida del governo, ponendo fine a cinque giorni di intensa incertezza politica. La decisione, ufficializzata dall’Eliseo intorno alle 22 di venerdì, giunge esattamente al termine delle 48 ore che il Capo dello Stato si era concesso mercoledì per nominare un nuovo primo ministro.

In un post su X, lo stesso Lecornu ha accolto l’incarico «per dovere» e si è impegnato a presentarе un bilancio nazionale entro fine anno, oltre che a occuparsi «dei problemi quotidiani dei nostri connazionali». «Accetto – per dovere – la missione affidatami dal Presidente della Repubblica di fare tutto il possibile per dotare la Francia di un bilancio entro la fine dell’anno e di affrontare i problemi quotidiani dei nostri connazionali», ha scritto, aggiungendo: «Farò di tutto per riuscire in questa missione: dobbiamo porre fine a questa crisi politica, che sta esasperando il popolo francese, e a questa instabilità, che è dannosa per l’immagine della Francia e per i suoi interessi».

Fonti vicine a Macron hanno precisato che il presidente ha concesso «carta bianca al primo ministro» nelle trattative con i partiti e nella formulazione delle possibili nomine. Solo poche ore prima, gli stessi osservatori dell’Eliseo avevano indicato l’esistenza di un «cammino possibile per trovare dei compromessi ed evitare la dissoluzione» del Parlamento, road map che sarebbe alla base della riconferma di Lecornu.

L’ex titolare di Matignon, dimessosi meno di una settimana fa, si appresta quindi a fare ritorno al quartier generale del governo, consapevole di dover superare una situazione politica alle prese con tensioni crescenti. L’opposizione di destra ha subito annunciato una mozione di sfiducia: «Una vergogna democratica, un’umiliazione», ha tuonato il presidente del Rassemblement National, Jordan Bardella. Marine Le Pen ha rilanciato che «la sfiducia è d’obbligo e lo scioglimento (dell’Assemblea Nazionale) è più che mai inevitabile».

Anche la France Insoumise ha preannunciato la propria contrarietà all’esecutivo, con Jean-Luc Mélenchon che definisce l’episodio una «ridicola commedia». Dal Partito socialista, invece, il portavoce ha negato l’esistenza di «alcun accordo di non censura» con il neo-premier incaricato, lasciando intendere che la partita parlamentare rimarrà aperta.