Le foreste tropicali australiane hanno iniziato a emettere nell’atmosfera più anidride carbonica di quanta ne riescano ad assorbire, invertendo il ruolo finora attribuito a questi ecosistemi come serbatoi naturali di CO2. A rivelarlo è uno studio pubblicato sulla rivista Nature, guidato da un team di ricercatori della Western Sydney University.
Attraverso misurazioni dirette dei flussi di gas in tronchi e rami, gli studiosi hanno osservato un bilancio netto positivo di emissioni, legato in larga parte alle temperature in aumento e all’aridità dell’aria. Questi fattori, stimano gli autori, hanno incrementato il tasso di mortalità degli alberi, riducendo al contempo la loro capacità di crescita.
I risultati assumono rilevanza strategica per le politiche di mitigazione climatica, che finora hanno fatto affidamento sull’efficacia delle foreste tropicali nel catturare la CO2 prodotta dalle attività umane. “Le foreste contribuiscono a contenere gli effetti più gravi del cambiamento climatico assorbendo parte dell’anidride carbonica rilasciata dalla combustione di combustibili fossili. Ma il nostro lavoro dimostra che questo meccanismo è a rischio”, avverte Hannah Carle, coordinatrice dello studio.
Un ulteriore campanello d’allarme riguarda l’impatto dei cicloni, che – secondo i dati raccolti – riducono ulteriormente la capacità di stoccaggio del carbonio. Secondo i ricercatori, questi eventi estremi diventeranno più frequenti con l’aggravarsi della crisi climatica, complichando ancora di più il bilancio del carbonio nelle foreste australiane.