A seguito della delibera della Giunta regionale d’Abruzzo del 14 ottobre 2025, sulla Riserva Naturale Regionale del Borsacchio è stato introdotto un vincolo paesaggistico che copre un’area di 1.770 ettari, estendendosi oltre i 1.100 ettari originari dal fiume Tordino fino a Montepagano. L’atto si aggiunge ai vincoli naturali già vigenti sulla riserva, ma non modifica i confini stabiliti né risolve le irregolarità sollevate dallo Stato.
Marco Borgatti, presidente delle Guide del Borsacchio, sottolinea le criticità del nuovo provvedimento: “La prima cosa da dire è che stiamo studiando il corposo documento e questa è solo una prima valutazione. […] Attenzione, i tecnici non sanano il taglio. Aggiungono un Vincolo Paesaggistico importante in un territorio ben più ampio della Riserva ma non tolgono i vincoli naturali”.
Il Ministero dell’Ambiente ha infatti fermato la Regione per non aver osservato le norme nazionali ambientali contenute nei decreti legislativi 394/1991 e 152/2006, contestando l’alterazione dei confini senza aver effettuato gli obbligatori studi scientifici, le valutazioni ambientali e la consultazione con gli enti locali. La Regione Abruzzo ha dovuto riconoscere l’errore e impegnarsi a seguire le procedure previste dalle leggi sulle aree protette, distinte dal quadro normativo di tutela paesaggistica (legge 42/2004) a cui fa riferimento la Commissione Regionale per il Paesaggio.
“In sostanza, gli organi tecnici — regionali e statali — confermano il valore ambientale (citando lo studio istitutivo) e culturale del Borsacchio, anzi ampliano il valore culturale oltre i confini originari”, osserva Borgatti, evidenziando come la Commissione Paesaggistica, priva di competenze in materia ambientale, abbia limitato il suo intervento al richiamo degli studi esistenti senza sanare il taglio del 2023.
“È fondamentale ricordare che un vincolo paesaggistico non equivale a un vincolo ambientale. Le leggi nazionali (Legge Quadro sulle Aree Protette e Testo Unico Ambientale) stabiliscono chiaramente che per modificare, ridurre o istituire una riserva naturale servono studi e valutazioni ambientali, non paesaggistiche. La Commissione Paesaggistica non ha potere di legge in materia ambientale e non può sostituire gli strumenti previsti dalla normativa scientifica. Di conseguenza, l’atto approvato dalla Regione non può in alcun modo sanare l’errore politico e amministrativo del taglio della Riserva del Borsacchio”.
A compromettere ulteriormente la situazione è lo stallo del Piano di Assetto Naturalistico (PAN), redatto e finanziato dalla Regione, che non può essere approvato finché i confini restano modificati. “Il Piano di Assetto Naturalistico (PAN), redatto e finanziato con fondi pubblici, è pronto e completo, ma non può essere approvato proprio perché i confini della Riserva sono stati alterati. Per modificare anche un solo metro di una riserva, la legge impone nuovi studi scientifici, valutazioni ambientali e procedure complesse, con un enorme spreco di risorse pubbliche già spese”.
Questa incertezza normativa, che perdura da oltre vent’anni, blocca qualsiasi intervento di tutela o sviluppo sostenibile, con il rischio di un contenzioso alla Corte dei Conti per danno erariale legato allo spreco di denaro pubblico. Secondo Borgatti, l’unica via d’uscita è ripristinare i confini originari e approvare finalmente il PAN: “Le Guide del Borsacchio chiedono che la Regione Abruzzo intervenga subito per correggere l’errore e restituire dignità alla riserva e al territorio. Ogni giorno di ritardo alimenta l’immobilismo e danneggia l’economia, la tutela ambientale e la credibilità istituzionale”.