La guerra in Ucraina è giunta al giorno 1.330 senza segnali concreti di un’imminente tregua. A sottolinearlo è il cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin, secondo cui “Attualmente non si vedono degli elementi concreti” per porre fine al conflitto.
Parolin ha quindi auspicato un maggiore coinvolgimento degli Stati Uniti, confidando che, “Spero che, avendo chiuso il capitolo Gaza, perché in un certo senso è chiuso”, il presidente Usa Donald Trump “possa dedicarsi anche maggiormente al tema Ucraina e quindi possa impegnarsi maggiormente a cercare una via di uscita dalla guerra”.
Il presidente americano ha intanto espresso la propria “delusione” nei confronti del Cremlino: “deluso da Putin, non capisco perché stia continuando la guerra”.
Sul fronte difensivo, i ministri della Difesa dei Paesi membri della Nato si sono riuniti per coordinare le strategie di deterrenza verso Mosca. Il segretario alla Difesa britannico John Healey ha definito “avventate, pericolose e totalmente inaccettabili” le incursioni russe ai confini dell’Alleanza, avvertendo: “Se la Nato sarà minacciata, agiremo”.
Parallelamente, il ministro tedesco Boris Pistorius ha annunciato l’invio di caccia Eurofighter alla base polacca di Malbork per rafforzare il fianco orientale della Nato e un piano di investimenti da dieci miliardi di euro in droni.