Ventiquattro ministri di Ventiquattro Paesi dell’Unione europea, tra cui Italia, Germania, Grecia, Paesi Bassi, Polonia e Ungheria, hanno inviato una lettera congiunta alla Commissione europea per sollecitare un potenziamento delle procedure di rimpatrio, sia volontario sia forzato, nei confronti dei cittadini afghani irregolari presenti sul territorio comunitario.
Il documento, indirizzato al commissario per la Gestione delle crisi, Magnus Brunner, e all’Alta rappresentante per la politica estera, Kaja Kallas, mette in evidenza la necessità di un coordinamento più stretto tra gli Stati membri. Secondo i firmatari, «la presenza di cittadini afghani irregolari nell’Ue richiede un approccio coordinato» per affrontare con efficacia i flussi in entrata.
Nella missiva si ribadisce inoltre l’urgenza di «gestire i casi di chi non ha diritto» di rimanere nel territorio europeo, attraverso procedure più rapide e uniformi. I ministri propongono anche un rafforzamento del ruolo di Frontex, l’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera, sia nell’organizzazione delle operazioni di rimpatrio sia nel sostegno ai programmi di reintegrazione per chi torna in Afghanistan.
L’iniziativa arriva in un contesto di crescente preoccupazione per le condizioni di sicurezza e umanitarie nel Paese asiatico, dove le instabilità politiche hanno accentuato le migrazioni irregolari verso l’Europa. Con questa richiesta congiunta, i governi coinvolti puntano a definire strumenti comuni per gestire in modo più efficiente la questione dei rimpatri.