Da oltre tre anni il Dnipro segna una linea di frattura nel conflitto in Ucraina. Dopo il ripiegamento delle forze russe da Kherson nel novembre 2022, le rive occidentali del fiume sono rimaste sotto il controllo di Kiev, mentre sul lato opposto permangono posizioni russe che dominano un arcipelago di isole fluviali. Proprio questi scogli emersi in una vasta piana alluvionale sono diventati teatro di scontri cruenti e di sofferenze estreme per i soldati intrappolati.
Secondo fonti ucraine, centinaia di militari russi sono isolati da mesi sugli isolotti di Krugly, Maly, Belogrudy e Alekseevsky, senza vie di rifornimento regolari. L’intelligence di Kiev stima in almeno 5.100 il numero delle perdite russe nel delta dall’inizio dell’anno, con diverse vittime causate dalla fame. «I prigionieri catturati di recente dai nostri soldati sulle isole ci hanno detto che era impossibile procurare loro cibo e acqua potabile e che erano costretti a bere dal fiume», ha dichiarato il colonnello Alexander Zavtonov del 30esimo Corpo della Marina ucraina.
Il tentativo di evacuazione via fiume ha portato a un’operazione militare ucraina, sostenuta da intelligence occidentali, che ha annientato un gruppo di soldati russi in fuga. Camuffati con una copertura di canne e fango, i militari hanno cercato di sfruttare i canali stretti del delta per raggiungere la riva destra, ma sono stati localizzati dai radar ucraini. Un drone kamikaze li ha colpiti in acqua. Un video diffuso dal 40esimo Corpo della Marina mostra l’inseguimento e l’attacco all’imbarcazione.
Il 15 ottobre, Mosca aveva tentato un’operazione opposta: sbarcare rinforzi e materiali logistici sulle stesse isole. L’obiettivo era dare il cambio alle unità presenti e stabilire nuove postazioni. L’iniziativa, però, si è infranta sotto il fuoco di droni, artiglieria e pattugliamenti notturni. «I russi cercano costantemente di prendere il controllo delle isole, nonostante registrino pesanti perdite», ha spiegato al Telegraph il comandante della Marina ucraina Dmitry Pletenchuk. «I russi che si stabiliranno sulle isole non dureranno a lungo».
Il terreno paludoso e l’assenza di ripari rendono infatti le postazioni facili bersagli. «Si tratta di una vasta distesa d’acqua, sulle isole stesse non ci sono ripari sicuri e il terreno è perlopiù paludoso, quindi le unità che le attraversano sono molto vulnerabili», ha confermato una fonte militare di Kiev. Oltre alla carenza di viveri, le forze russe lamentano gravi problemi di munizionamento e di rotazione delle truppe.
Per consolidare la loro presenza, il Cremlino ha schierato reparti della 98esima Divisione aviotrasportata, trasferiti da Kramatorsk, e della 61esima Brigata. L’intento rimane quello di allestire postazioni di ricognizione avanzata, capaci di monitorare attraversamenti fluviali e rotte di rifornimento nemiche. Tuttavia, l’area continua a essere considerata uno dei fronti più pericolosi, dove l’avanzamento si misura in metri e la sopravvivenza dipende da furtività e tempismo.