Relatori Onu condannano operazioni Usa nei Caraibi in un clima di tensione con il Venezuela

Tre relatori speciali delle Nazioni Unite hanno denunciato che le minacce e le azioni militari degli Stati Uniti contro il Venezuela “violano la sovranità del Venezuela” e “la carta delle Nazioni Unite”. In un comunicato congiunto, gli esperti sottolineano come tali mosse si pongano in contrasto con “l’obbligo internazionale fondamentale a non intervenire in questioni […]

Tre relatori speciali delle Nazioni Unite hanno denunciato che le minacce e le azioni militari degli Stati Uniti contro il Venezuela “violano la sovranità del Venezuela” e “la carta delle Nazioni Unite”. In un comunicato congiunto, gli esperti sottolineano come tali mosse si pongano in contrasto con “l’obbligo internazionale fondamentale a non intervenire in questioni interne e a non minacciare l’uso della forza contro un altro Paese”.

Secondo i relatori, questo comportamento “rappresenta un’escalation estremamente pericolosa con gravi implicazioni per la pace e la sicurezza nella regione dei Caraibi”. Il riferimento è al rafforzamento militare statunitense in corso nel Mar dei Caraibi, dove forze americane hanno preso di mira imbarcazioni al largo delle coste venezuelane ritenute coinvolte nel traffico di stupefacenti. Il presidente Donald Trump ha inoltre annunciato di aver autorizzato operazioni “segrete” della Cia in territorio venezuelano.

Gli esperti Onu osservano che, “anche se tali accuse fossero comprovate, l’uso della forza letale in acque internazionali senza un’adeguata base giuridica viola il diritto internazionale del mare ed equivale a esecuzioni extragiudiziali”. A loro avviso, “i preparativi per un’azione militare segreta o diretta contro un altro Stato sovrano costituiscono una violazione ancora più grave della Carta delle Nazioni Unite”. Rievocando il passato di interventi stranieri in America Latina, ricordano che “la lunga storia di interventi esteri in America latina non deve essere ripetuta”.

Nel frattempo, tre fonti informate hanno confermato al Guardian che la Cia fornisce la maggior parte delle informazioni di intelligence utilizzate negli attacchi aerei contro le imbarcazioni sospettate di trasportare droga. Secondo queste fonti, gli analisti dell’agenzia filtrano dati da satelliti in tempo reale per tracciare rotte e indicare con precisione gli obiettivi da colpire, mantenendo gran parte delle prove segrete.

Dietro a questa strategia – che alcuni definiscono più discreta di un’invasione militare – c’è l’intento di favorire l’estromissione di Nicolás Maduro. Analisti internazionali rilevano un parallelo con le politiche statunitensi del XX secolo in America Latina: un approccio “muscolare” rafforzato però da operazioni clandestine piuttosto che da un intervento su vasta scala.

Gli Stati Uniti accusano il Venezuela di essere un narco-Stato, con organizzazioni criminali così radicate da influenzare le istituzioni statali, e puntano il dito contro Maduro, ritenuto a capo del cartello dei Soles e oggetto di una taglia da 50 milioni di dollari. Un’ulteriore accusa riguarda la presunta liberalizzazione delle carceri, che avrebbe permesso a gruppi come il Tren de Aragua di operare liberamente e di contribuire a un flusso migratorio verso gli Stati Uniti.

I relatori Onu hanno infine invitato la comunità internazionale a “difenda lo Stato di diritto, il dialogo e la risoluzione pacifica delle dispute” e a porre fine alle minacce e alle azioni “illegali” volte contro Caracas.