Procedono i lavori di demolizione dell’ala est della Casa Bianca per fare spazio alla nuova sala da ballo voluta dal presidente Donald Trump. L’intervento, dal costo stimato di 250 milioni di dollari, verrà coperto con donazioni private e con fondi versati dallo stesso inquilino della residenza presidenziale. Il progetto ha suscitato forti critiche, soprattutto dopo le rassicurazioni del presidente secondo cui l’opera non avrebbe “interferito” con la struttura esistente.
Scatti diffusi nei giorni scorsi mostrano la parte orientale dell’edificio semidistrutta dalle ruspe, alimentando dubbi sul rispetto delle garanzie fornite dall’amministrazione. Secondo un reportage dell’Associated Press, l’operazione sarebbe stata avviata senza ottenere il via libera dalla National Capital Planning Commission (NCPC), l’ente federale deputato a autorizzare alterazioni in edifici di valore storico come la Casa Bianca.
Il presidente della NCPC, Will Scharf – che figura tra i più stretti collaboratori di Trump – ha però sostenuto durante una riunione dello scorso settembre che l’agenzia “non ha giurisdizione sui lavori in edifici di proprietà federale”. “Ci occupiamo essenzialmente di costruzione, di sviluppo verticale”, ha aggiunto Scharf, respingendo l’idea di un coinvolgimento dell’ente nel cantiere presidenziale.