Michele D’Angelo, docente di Biologia all’Università dell’Aquila, è tornato in Italia dopo 75 giorni trascorsi in un carcere albanese, dove era rimasto detenuto a seguito di un incidente stradale nei pressi di Valona che aveva causato la morte di un sedicenne. Arrestato all’inizio di agosto, era stato trattenuto nel penitenziario di Fier in attesa degli esiti degli accertamenti tecnici e del pronunciamento della Procura. Nelle scorse ore il tribunale di Fier ha disposto la sua liberazione su cauzione, permettendo un immediato rientro a casa.
L’incidente ha coinvolto il veicolo guidato dal professore e una Mercedes che, a seguito dell’urto, si era ribaltata. In questi mesi D’Angelo ha vissuto in spazi ristretti, isolato e senza certezze sui tempi e sulle modalità del proprio processo.
“È stato uno shock – ha raccontato D’Angelo rientrato in Italia. – Ti ritrovi catapultato in una realtà che non ti appartiene, senza strumenti, senza riferimenti. Non sapere quanto durerà, cosa succederà, se potrai difenderti… è destabilizzante. Ti senti sospeso, come se la tua vita fosse stata messa in pausa da qualcun altro”.
Anche gli effetti fisici si sono sommati allo stress psicologico: “L’isolamento e l’incertezza ti logorano. Ho cercato di restare lucido, ma ci sono stati momenti molto difficili. Anche il corpo reagisce allo stress, alla mancanza di libertà. Ora sto cercando di ritrovare il mio equilibrio”.
Durante la detenzione, il docente è stato seguito dal consolato di Valona e dall’ambasciata italiana a Tirana. “Ringrazio di cuore chi si è attivato, dalle istituzioni alle persone comuni. Colleghi, amici, studenti, e soprattutto Vanessa. È grazie a loro se non mi sono sentito abbandonato”.
D’Angelo e la compagna Vanessa Castelli hanno lasciato Tirana giovedì pomeriggio e sono atterrati a Roma poco dopo la mezzanotte, per poi proseguire verso L’Aquila. “Per noi è la fine di un incubo”, ha commentato la donna al loro arrivo.
Anche l’ateneo aquilano e le istituzioni italiane si sono spese per favorire il rilascio del docente. Il rettore Fabio Graziosi ha espresso soddisfazione per “il lavoro silenzioso e determinato” svolto insieme alla Farnesina e all’ambasciata italiana a Tirana. Il sindaco di L’Aquila, Pierluigi Biondi, ha ringraziato “per l’impegno costante che ha permesso di riportare Michele a casa”.
Il procedimento contro D’Angelo resta aperto e dovrà concludersi entro novembre. Il docente potrà difendersi in libertà, vincolato all’obbligo di firma.