Telescopio ottico INAF Abruzzo: rilevata una supernova a Campo Imperatore

Uno studio italiano mette in discussione la classificazione convenzionale della supernova SN 2024bch, a circa 65 milioni di anni luce di distanza. Guidata da Leonardo Tartaglia dell’INAF – Osservatorio Astronomico d’Abruzzo, la ricerca coinvolge ricercatori di INAF, Università di Padova e Università dell’Aquila. Nel corso di 140 giorni di monitoraggio, gli scienziati hanno raccolto dati […]

Uno studio italiano mette in discussione la classificazione convenzionale della supernova SN 2024bch, a circa 65 milioni di anni luce di distanza. Guidata da Leonardo Tartaglia dell’INAF – Osservatorio Astronomico d’Abruzzo, la ricerca coinvolge ricercatori di INAF, Università di Padova e Università dell’Aquila. Nel corso di 140 giorni di monitoraggio, gli scienziati hanno raccolto dati ottici e ultravioletti che hanno ribaltato l’interpretazione delle fasi iniziali dell’esplosione.

Inizialmente, le righe di emissione molto strette osservate erano state considerate “la prova regina” di un’interazione tra l’ejecta della stella e un denso guscio di gas circostante. Tuttavia, l’analisi dettagliata ha mostrato che l’energia sprigionata non deriva da uno scontro di questo tipo, bensì da processi radioattivi interni. “Abbiamo applicato uno sguardo non tradizionale e privo di pregiudizi”, spiega Tartaglia, “Per la prima volta in questo tipo di transienti, dimostriamo che il meccanismo principale è la ‘fluorescenza di Bowen’, un fenomeno noto fin dalla prima metà del XX secolo che non era mai stato preso in considerazione nello studio di oggetti simili. Il nostro scenario descrive con grande precisione tutte le fasi evolutive della supernova”.

La campagna osservativa ha utilizzato il Wide-field Optical Telescope (WOT) da 67/91 cm di Campo Imperatore, il telescopio Copernico da 182 cm e lo Schmidt da 92 cm di Asiago, oltre al satellite Swift per la banda ultravioletta. Grazie a questa rete di strumenti INAF, il team ha potuto escludere qualsiasi interazione fisica con il mezzo circostante, escludendo di fatto SN 2024bch come possibile sorgente di neutrini ad alta energia e imponendo una ricalibrazione dei modelli nell’ambito dell’astronomia multimessaggera.