Il presidente Vladimir Putin ha dichiarato di aver portato a termine con “successo” il test di un veicolo subacqueo autonomo a propulsione nucleare, definito “non esiste al mondo niente di paragonabile” al Poseidon “in termini di velocità e profondità” e affermando che “non c’è modo di intercettarlo”. Queste affermazioni, rilanciate dall’agenzia Interfax, non trovano riscontri in fonti ufficiali indipendenti, lasciando la portata tecnica e operativa del sistema oggetto di stime e valutazioni separate.
Conosciuto anche come Status-6 o Kanyon nella classificazione NATO, il Poseidon è concepito come un veicolo subacqueo senza equipaggio dotato di propulsione nucleare. Le informazioni aperte ne stimano le dimensioni tra 20 e 24 metri di lunghezza e un diametro fino a circa 1,6–2 metri, con un reattore compatto capace di garantire un’autonomia teorica fino a 10.000 chilometri. Alcune valutazioni indicano velocità potenzialmente molto elevate (in via ipotetica fino a circa 100 nodi) e una profondità operativa fino a circa 1.000 metri. Il sistema sarebbe progettato per trasportare una testata nucleare ad alta potenza, con stime di resa nell’ordine di alcuni megatoni. Il lancio e il trasporto verrebbero affidati a sottomarini madre come il Belgorod e le unità della serie Khabarovsk.
L’impiego strategico del Poseidon punta a rafforzare la deterrenza nucleare russa attraverso due funzioni principali: colpire obiettivi costieri di elevata rilevanza – infrastrutture portuali, basi navali e centri industriali – e garantire la cosiddetta capacità di “secondo colpo”, ossia la possibilità di infliggere ritorsioni significative anche in seguito a un attacco avversario. La profondità di immersione e l’autonomia di navigazione dovrebbero consentire al sistema di eludere le difese convenzionali. Alcuni scenari ipotetici, non confermati ufficialmente, suggeriscono inoltre la capacità di generare onde di marea o contaminazioni costiere in caso di detonazione subacquea, ipotesi considerate controverse e oggetto di ulteriori studi.
Il progetto si inserisce in un più ampio programma di modernizzazione strategica che comprende anche il missile intercontinentale RS-28 Sarmat, il vettore ipersonico Avangard e il motore missilistico Burevestnik. Queste iniziative mirano a diversificare la triade nucleare russa e a complicare i sistemi di difesa antimissile avversari.
Sul piano comparativo, non risulta che Stati Uniti, Cina, Regno Unito, Francia o India dispongano di un veicolo subacqueo offensivo combinante propulsione nucleare e testata strategica in un unico UUV. Gli Stati Uniti sviluppano sistemi come l’XLUUV “Orca” per sorveglianza e supporto, ma senza componenti nucleari; la deterrenza statunitense rimane affidata a sottomarini lanciamissili e ai missili balistici Trident II D5. Anche Pechino ha in sperimentazione UUV dedicati a ricognizione e guerra elettronica, senza però programmi noti di ordigni strategici autonomi. Le altre potenze nucleari europee e l’India aggiornano le proprie flotte di sottomarini, ma non sembra vi siano iniziative pubbliche comparabili al Poseidon.
L’annuncio e il possibile dispiegamento di un UUV nucleare come il Poseidon sollevano questioni rilevanti in tema di controllo e sicurezza di sistemi autonomi con testate atomiche, di lacune normative rispetto ai trattati di limitazione degli armamenti strategici e di equilibrio nella stabilità globale, mentre restano aperte incertezze tecniche sulla reale efficacia e affidabilità del programma.