Relazioni e intimità in stallo per i sostenitori di Trump: pregiudizio politico anche sulle app di dating

Nella Washington più schierata a sinistra, dove il 92,5% degli elettori ha sostenuto Kamala Harris, i giovani conservatori denunciato come il corteggiamento si sia trasformato in un vero e proprio “test politico”. Per molti sostenitori di Donald Trump la ricerca di un partner è ostacolata non tanto dal carattere o dalle aspirazioni, ma dalle idee […]

Nella Washington più schierata a sinistra, dove il 92,5% degli elettori ha sostenuto Kamala Harris, i giovani conservatori denunciato come il corteggiamento si sia trasformato in un vero e proprio “test politico”. Per molti sostenitori di Donald Trump la ricerca di un partner è ostacolata non tanto dal carattere o dalle aspirazioni, ma dalle idee politiche.

Morgan Housley, 29 anni, arrivata in città per lavoro, racconta al Washington Post: “Nessuno vuole uscire con noi”. Alla base del suo disagio, la difficoltà di incontrare un uomo che condivida una fede religiosa e un approccio protettivo: “Cerco un uomo di fede, capace di proteggere e di prendersi cura, ma non se ne trovano”. Esperienze analoghe emergono tra chi frequenta app di dating o feste riservate al mondo conservatore, dove basta una battuta su Trump per chiudere ogni possibilità di conoscenza.

Secondo Michelle Jacoby, titolare dell’agenzia DC Matchmaking, fino al 2016 le preferenze politiche non comparivano nemmeno nei profili degli utenti. “Era semplicemente un non-problema. Oggi è una delle prime informazioni che i clienti vogliono chiarire”. Gli esperti definiscono il fenomeno “political polarization on steroids”, un’espressione che evidenzia come la polarizzazione sia arrivata a infiltrarsi anche nel primo appuntamento.

Non sono solo le donne a incontrare ostacoli. Christopher Byrne, 28 anni, fondatore del DC Social Collective, organizza eventi per giovani cattolici e professionisti ma ammette: “Ho visto nascere coppie e persino qualche matrimonio, ma personalmente ho avuto decine di appuntamenti senza successo”. Anche lui nota come la rivelazione di un voto repubblicano cambi subito il tono del dialogo: “Quando qualcuno scopre che ho votato repubblicano, il tono cambia. Non è più una chiacchierata tra persone, ma un test politico”.

Per reagire all’isolamento, alcuni conservatori creano occasioni ad hoc. Raquel Debono, consulente politica, ha lanciato a New York e Washington gli incontri “Make America Hot Again”, dove single repubblicani possono socializzare: “Molti si sono divertiti, qualcuno ha trovato una relazione, ma per la maggior parte è solo un’occasione per conoscersi tra simili”.

Anche le app di dating non offrono più uno spazio neutrale. Alcuni utenti progressisti chiedono di non essere abbinati a chi guida una Tesla, simbolo del “nuovo establishment”, mentre numerose donne liberal rifiutano a priori partner repubblicani. Una giovane staffer del GOP osserva: “Non potrei mai stare con qualcuno che mi considera una fascista solo perché sono di destra. Il mio partner deve sapere chi sono, non quello che pensa di me la politica”.

Il risultato è che le preferenze politiche sono diventate un filtro primario nel gioco degli appuntamenti. In una città dove oltre nove elettori su dieci votano a sinistra, i single conservatori si trovano sempre più spesso a dover scegliere tra rinunciare alle proprie convinzioni o restare isolati sentimentalmente. La polarizzazione che era confinata alle urne ora colora anche la sfera privata, trasformando la ricerca dell’anima gemella in un’ulteriore arena di scontro ideologico.