MSF accusa: massacri e violenze di massa a El Fasher, in Sudan

A El Fasher si registra un’escalation di violenze indiscriminate e atrocità di massa, con uccisioni su larga scala, torture, percosse e abusi sistematici. Medici senza frontiere (MSF) avverte che le Forze di supporto rapide (RSF) e i loro alleati ostacolano la fuga dei civili verso zone più sicure, mettendo in grave pericolo chi tenta di […]

A El Fasher si registra un’escalation di violenze indiscriminate e atrocità di massa, con uccisioni su larga scala, torture, percosse e abusi sistematici. Medici senza frontiere (MSF) avverte che le Forze di supporto rapide (RSF) e i loro alleati ostacolano la fuga dei civili verso zone più sicure, mettendo in grave pericolo chi tenta di mettersi in salvo.

Livia Tampellini, vicecoordinatrice delle emergenze di MSF, descrive un quadro drammatico: “le lesioni principali sono ferite da arma da fuoco, fratture e lesioni dovute a percosse e torture. Alcuni hanno ferite infette o lesioni dovute a interventi chirurgici eseguiti a El Fasher in condizioni disperate, senza praticamente accesso a forniture mediche e farmaci. Le persone arrivate e sopravvissute a Tawila hanno urgente bisogno di cure mediche e nutrizionali, assistenza psicosociale, riparo e acqua”.

La capitale del Nord Darfur è caduta il 26 ottobre, dopo un assedio di 17 mesi. Nei mesi precedenti decine di migliaia di sfollati avevano trovato rifugio a Tawila, ma secondo le Nazioni Unite a fine agosto El Fasher ospitava ancora 260.000 persone. Negli ultimi cinque giorni, tuttavia, solo poco più di 5.000 profughi sono riusciti a varcare la frontiera verso Tawila, mentre si moltiplicano segnalazioni di massacri, rapimenti a scopo di riscatto, violenze sessuali ed esecuzioni sommarie. “I numeri degli arrivi non quadrano, mentre crescono le testimonianze di atrocità su larga scala. Dove sono tutte le persone scomparse che sono sopravvissute a mesi di carestia e violenza a El Fasher?”, si è chiesto Michel Olivier Lacharité, responsabile delle emergenze di MSF. “In base a ciò che riferiscono i pazienti, la risposta più probabile, anche se spaventosa, è che vengono uccisi, bloccati e inseguiti mentre cercano di fuggire”.

Tra i nuovi arrivi al campo di MSF del 27 ottobre figuravano 70 bambini sotto i cinque anni, tutti gravemente malnutriti e il 57% affetti da malnutrizione acuta grave. Il giorno seguente, uno screening su 120 uomini mostrava un tasso del 20% di malnutrizione acuta grave. Questi dati evidenziano una sofferenza estrema in un’area ufficialmente colpita da carestia da oltre un anno, con la popolazione privata di cibo e beni di prima necessità.

Testimonianze oculari riferiscono che 500 civili e militari hanno tentato la fuga il 26 ottobre, ma sono stati uccisi o catturati dalle RSF e dai loro alleati. I sopravvissuti raccontano di aver visto prigionieri separati per sesso, età o identità etnica percepita e messi in attesa di riscatti tra 5 e 30 milioni di sterline sudanesi (7.000-43.000 euro). Un uomo ha pagato 24 milioni di sterline (34.000 euro) per ottenere la libertà, mentre altri descrivono combattenti intenti a schiacciare i detenuti con i veicoli.