La tregua in Medioriente mostra segni di cedimento mentre i negoziatori tentano di mediare tra Israele e Hamas per assicurare un “passaggio sicuro” ai miliziani ancora nascosti nei tunnel al di là della cosiddetta Linea Gialla. Secondo Al Jazeera, gli sforzi diplomatici mirano a proteggere chi non è ancora emerso dopo le recenti operazioni militari.
Dal canto loro, fonti israeliane citate dal portale Ynet rifiutano ogni concessione, accusando Hamas di voler “evacuare” circa 200 combattenti dalla zona di Rafah, ora sotto il controllo delle Forze di Difesa israeliane (IDF). L’esercito di Tel Aviv sostiene che lo spostamento di questi elementi rappresenti un rischio per la sicurezza della regione.
Intanto, le autorità israeliane hanno reso noto di aver ricevuto dalla leadership di Hamas i resti di tre ostaggi, consegnati alla Croce Rossa. Secondo quanto riferito da al Arabiya, citando esponenti del movimento palestinese, uno dei corpi appartiene al colonnello Assaf Hamami. Hamami guidava la Brigata meridionale della divisione di Gaza ed era rimasto ucciso il 7 ottobre 2023 durante scontri a fuoco con miliziani di Hamas nei pressi del kibbutz Nirim.
Sull’evoluzione del conflitto si è pronunciato anche il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, che ha ribadito la piena autonomia decisionale di Gerusalemme nelle operazioni nella Striscia di Gaza: “Non chiediamo il permesso agli Stati Uniti per compiere azioni militari nella Striscia di Gaza”.