Negli ultimi quarant’anni si è assistito a un drastico calo della fertilità maschile a livello globale: la concentrazione media degli spermatozoi si è ridotta di circa il 50%. A seguito di questo declino, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha più volte rivisto al ribasso i valori considerati “normali” per lo spermiogramma.
A mettere in luce questi dati è Andrea Salonia, docente all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano e consigliere della Società Italiana di Urologia. Secondo l’esperto, la progressiva diminuzione della qualità del liquido seminale rappresenta uno dei fattori che contribuiscono alla denatalità.
In Italia il fenomeno si riflette in una contrazione delle nascite superiore al 3% nel 2023 rispetto all’anno precedente, con tendenze simili registrate anche nel 2024. Il calo demografico, sottolinea Salonia, non dipende soltanto da scelte sociali ed economiche, ma risente anche delle difficoltà riproduttive maschili legate all’indebolimento della spermatogenesi.