Parte a Belém la COP30 sul clima: il futuro del pianeta in discussione e le assenze di rilievo

A Belém, in vista dell’avvio formale della Cop30 fissato dal 10 al 21 novembre, decine di capi di Stato e di governo si sono ritrovati nella “porta d’accesso” all’Amazzonia brasiliana per un vertice preparatorio sui cambiamenti climatici. A dieci anni dall’Accordo di Parigi, i circa 190 Paesi firmatari sono chiamati a fare il punto sui […]

A Belém, in vista dell’avvio formale della Cop30 fissato dal 10 al 21 novembre, decine di capi di Stato e di governo si sono ritrovati nella “porta d’accesso” all’Amazzonia brasiliana per un vertice preparatorio sui cambiamenti climatici. A dieci anni dall’Accordo di Parigi, i circa 190 Paesi firmatari sono chiamati a fare il punto sui progressi compiuti e a tradurre le promesse in misure operative.

Le sessioni della seconda giornata si sono concentrate su tre temi chiave: la transizione verso fonti energetiche rinnovabili, i finanziamenti per l’adattamento ai cambiamenti climatici e l’abbandono dei combustibili fossili. Il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva ha annunciato l’istituzione di un fondo nazionale che destinerà parte dei proventi petroliferi proprio alla transizione energetica.

Sul piano diplomatico, il vertice sconta un contesto geopolitico teso e l’assenza di numerosi leader dei Paesi del G20 tra cui Donald Trump e Xi Jinping, responsabili rispettivamente dell’11 e del 29% delle emissioni globali. In questo vuoto l’Unione europea mira a giocare un ruolo di primo piano: ha infatti appena raggiunto un’intesa sui propri obiettivi climatici per il 2035 e per il 2040, confermando con maggiore flessibilità un taglio del 90% delle emissioni rispetto ai livelli del 1990.